POESIA: IL GIORNO DELL’ESAME
Veniva da un biancheggiante mare
d’ingarbugliate onde, il forte vento
che andava rotolando le molte
lampeggianti nubi e sulla marina
le ammassava come irrequieto gregge.
Quel tempestoso fiato di resinosi pini,
subito prese a squassare le abbarbicate
ginestre del costone a picco.
Parole e musica d’autore sconosciuto,
spandeano intorno quel po’ di veritÃ
che il mondo sopportava.
Gli uccelli procellari che il tepore
del sole mattutino, avea addormentati
dondolando, presero a rimescolar con
l’ale poderose quell’aria profumata
ed aspra.
In quello mi svegliai, al riparo dell’erbosa
duna e capii d’un tratto che tutta
cancellata era di già la vecchia mente
mia e dolorosa.
Rimasto solo e nuovo, a divider con le bestie
il prossimo tramonto, scesi, come le nubi
al mare eterno e mi sedetti ad aspettare
quel che pocanzi la mente m’atterriva.
Tutto il vivo intorno, più non temea la voce
mia e le sembianze d’uccisore abituale.
Ero tornato niente, un mucchietto di sabbia
un po’ più scura che il mare andava
dilavando con piacere.
– 18/04/2017
marco morisi
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