maria grazia razzu



POESIA: SPECCHI COMPLEMENTARI

Arroganti, gli occhi nel sole, abbagliati, accecati
Convinti di aver evitato percorsi tortuosi, infelici e lutti
Noi portati dal mare, sconfitti

Due perle racchiuse, protette, vicino ai detriti con l’urlo del vento
E della burrasca, d’inverno, pensando a quei massi scolpiti
Ancora facciamo fatica a capire
Che l’altro non è nello specchio che abbiamo davanti

Il freddo, nel buio, cercando dei modi per dire a noi stessi
– ho capito –
Troviamo vuote lenzuola oppure un corpo di estraneo calore
A cui non abbiamo il coraggio di dire che è troppo banale, scontato
Non stuzzica menti contorte, corazze incallite.

Adesso al tramonto il sole che sta per morire ci spara colori violenti
E affonda nel mare che è stato una volta teatro d’incontro
Con timide luci e baci rubati tra i sassi
Poi immagine dura, che ancora fa male, di rapide intese
Pretesti improvvisi a fatica inghiottiti

Ma quando stai male o provi qualcosa di strano
La voce dell’altro è ancora sicura
Ascolta, ti cerca, ritorna più forte di allora e gli occhi
Ti guardano in viso e tu li distogli ancora una volta accecato
E parli, ridendo di calze di pizzo un po’ troppo ostentate.

C’è nebbia la sera a Bologna
Tenendoci stretti guardiamo colonne e voltoni con gli archi
In fondo alla piazza il Nettuno ci gira le erotiche spalle mostrando il tridente

Ma l’acqua che scorre… si sente

– 18/04/2017

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