POESIA: Immigrant song
In macchina di notte, con lo stereo a palla,
era uscire dagli schemi, senso di libert�
e se il nastro suonava i Led Zeppelin
o i Pink Floyd, allora felicità pura o quasi.
Certo a quei tempi si sognava molto…
la libertà sessuale, l’uguaglianza,
addirittura la possibilità di trovare altri mondi
se non ci saremmo riusciti sulla terra.
Erano sogni appunto e finirono presto…
quando siamo arrivati al mattino
e Immigrant song sullo stereo era finito,
dietro c’eravamo lasciati l’AIDS,
pacchi di soldi distribuiti a cazzo,
un pianeta rovinato da
scarichi tossici e immondizia.
Quelli della mia genetazione
per tutta la vita penseranno:”Peccato
che sia finita così”…già peccato,
e non è stato giusto,
non è stato giusto per niente. – 18/04/2017