RODOLFO VETTORELLO



POESIA: A CAMILLO SBARBARO

E io vado avanti,
ma solo
rispetto alle cose
che dico e che scrivo;
non so verso dove,
ma altrove.
Di là dal filare ordinato
dei verdi cipressi a bordare
la strada sterrata tra i campi.
Ed io vado avanti
a sfidare
la linea precisa del blu:
il vasto orizzonte sul mare.
Le cose da fare
molteplici e tante.
Ed io vado avanti.
Se penso, capisco
e davvero insensata
mi pare,
la voglia di andare,
inutile e vano
il bisogno di fare,
se quello che cerco è racchiuso
nel breve perimetro chiuso
di questa mia stanza che guarda
su strade affollate,
di gente che corre e non sa camminare.
Io devo al più presto trovare
un luogo per stare
appartato,
col mio libro in mano.
Ch’io possa incontrarmi
con quelle che amo,
le pagine care
che parlano al cuore.
Se Sbarbaro scrive
di scialbe passioni, emozioni frenate,
delusi pensieri, Camillo,
i tormenti di ieri
somigliano ai miei, quasi uguali.
A modi da tempo esplorati,
a righe che paiono gocce
stillate da un mite malessere lieve,
dal peso di vivere a lato.
Sentire ma senza patire,
uno stato
di veglia cosciente,
un’assenza presente,
un molle adagiarsi sull’onda
sfinita del niente. – 19/04/2017

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