POESIA: L’EXTRATERRESTRE
Lo vidi, era un pianeta bianco e azzurro,
natura rigogliosa e generosa,
creature delle forme più diverse,
vivevano una vita laboriosa.
Mi parve, una di loro, più evoluta,
aveva un non so che di superiore,
qualcosa che sapeva collegare
le forze della mente con il cuore.
Aveva costruito alte torri
e ponti e strade e dighe e gallerie,
castelli abbarbicati sopra i monti
e porti e navi e treni e ferrovie.
Piramidi su sabbie del deserto
e una muraglia lunga un continente,
l’avevo già intravista dalla luna,
tant’era colossale ed imponente.
Ma era nelle arti che sfiorava
il genio e la grandezza del Creatore,
in quelle raggiungeva vette eccelse
ed affiorava tutto il suo valore.
Ma d’improvviso, un botto, squarciò l’aria,
e vidi schegge correre impazzite,
creature s’accasciavano per terra,
orrende e sanguinanti le ferite.
M’allontanai di fretta con la nave,
credendo si trattasse di un errore,
ma, in quel pianeta bello e fortunato,
scorrevano dei fiumi di dolore.
Vidi foreste immense rase al suolo,
torrenti, fiumi e laghi prosciugati,
magnifici animali d’ ogni specie,
per voglie capricciose sterminati.
Vidi giganti uccisi dagli arpioni
e mari dalle reti depredati,
le bocche delle alte ciminiere,
sputare fumi neri avvelenati.
Vidi bambini uccisi dalla fame,
in luride capanne fatiscenti
e madri che soffrivano in silenzio,
stremate dal veleno degli stenti.
Ne vidi altri con il volto adulto
strappare il sasso nero alla miniera
ed altri che scoppiavano se stessi,
credendo fosse quella una preghiera.
Vidi ragazzi sfatti dentro ai parchi,
morire sopra gelide panchine
ed altri che gettavano la vita
in mano a cosche perfide e assassine.
Vidi bambine scendere dal monte,
per vendere innocenza in riva al mare
ed altre soggiogate da un frustino,
costrette ad ubbidire e lavorare .
Ovunque vidi donne maltrattate,
picchiate, violentate, seviziate,
vendute, barattate, ricattate,
persino da una fede lapidate…
e vecchi, quanti vecchi abbandonati,
lasciati soli senza una carezza,
nessuno li badava, li ascoltava,
nessuno ne voleva la saggezza.
Ovunque dilagava l’ingordigia,
un’insaziata voglia di potere,
ovunque era una corsa forsennata
a comandare gli altri e possedere.
Da lì nasceva tutto quel dolore,
quelle ingiustizie e quelle nefandezze,
quelle miserie e quelle povert
e quegli sprechi orrendi di ricchezze.
Ma ormai era giunto il tempo di partire
da quel pianeta strano e controverso,
che prima m’era parso un paradiso
ed ora mi sembrava un mondo perso.
Un giorno, tuttavia, sarei tornato,
curioso di vederlo ravveduto,
oppure ancora in preda alla violenza
e, nelle spire orrende, ormai perduto.
“ Arrivederci piccolo pianeta,
che tieni tra le mani il tuo destino.”
lo vidi scomparire all’orizzonte…
nel grande firmamento… era un puntino. “
– 20/04/2017