Maria Cristina Concetti

POESIA: Il sole illumina l’orizzonte
e si offre come fonte.
Una energia sprigiona
che invade ogni zona.
Dona tepore
e regola l’umore.
Effonde i suoi raggi
sugli stolti e sui saggi.
Accarezza ogni viso
strappando un sorriso.
La sua presenza è una benedizione
che migliora ogni predisposizione. – 19/04/2017

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giorgio zanet

POESIA: CASANOVA

Sollevasti il dubbio
ignaro del domani,

celere fosti nel
dimenticare il vissuto,

vivesti un sol giorno
con la consapevolezza di piacere.

(ebbe un solo grande amore, durato un sol giorno)
– 19/04/2017

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Antonello Vanni

POESIA: Sei fior reciso,
sole spento,
buio, oscurità,
del cigno ultimo
mesto canto.
Amore amaro,
sogno infranto,
fiore appassito
in cella di serra,
tra infinito pianto.
C’incontreremo forse,
un altro giorno ancora,
ma sarà tardi,
fuggita per sempre
la tua perduta ora. – 19/04/2017

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Manuel Incardona

POESIA: “Era ieri”

Era ieri,

ero beato, fra le coccole del passato,
un luccichio vivo e costante,
una fenice inconsapevole.

Oggi, non son più io,
guardami, un castello franato
nel fruscio dell’ignoto, un albero
che ha perso il suo baricentro.

Il tuo vento, Presente, mi ferisce,
le tue ombre mi confondono,
le tue grida sono assordanti,
ma tu, effimero rigagnolo opaco,
bruci nel mare del domani impazzito di colore.

In lui confido quando il suo fruscio
mi accarezza il viso, e la sua luce
trasforma l’immoto in un sospiro,
un suono fioco odo impetuoso.

E già non son più io,
forse un girino, alla conquista del suo stagno,
un alunno al banco di scuola e il suo maestro,
un giardino arso da coltivare e
che stanco vuol rifiorire.
– 19/04/2017

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STEFANO GIUSEPPE SCARCELLA

POESIA: Rincorro questo senso di pace
sotto il tetto di beatitudini,
ma di una navata laterale

La vita m’ha chiesto una fermata

perciò macino silenzi, a manovella,
come chicchi di caffè tostato
dall’aroma fresco e pungente

tagliente non più di quest’incenso
all’ambra dei monaci di Betlemme

S’allontana questo feretro fiorito
barcollante sulle spalle
e son desto, non è più mio

non mie le ruggini né le croste
non mie le nausee né i disordini
non mie le domande né le risposte

Tutto ho rinchiuso là dentro:
scartoffie e macerie divelte

Non voglio condoglianze né lutti

Ora sì che la vita profuma
di balsami, di benevoli raziocini,
di silenzi sgrassati e zuccherati

– 19/04/2017

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Renato Poddie

POESIA: Autunno

Come onde frustanti
ululano i venti sui monti
urtando le nebbie autunnali,
in anfratti e precipizi rocciosi
corre il muflone ferito,
giù nella valle le ibride sirene
fan cerchio attorno all’albero
senza più foglie,
attratte da fantasie mai assopite.
– 19/04/2017

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EZIO SPINA

POESIA: UN VERO AMICO, E COME IL BUON VINO, MIGLIORA NEL TEMPO, INVECCHIA CON TE.
TI GUIDA COME SU UNA COMETA, MA NON OBBLIGA LA META.
CORREGGE MA NON UMILIA.
CONSIGLIA CON IL CUORE CHE AMA MA NON ESIGE.
NON SMETTE MAI DI CREARE CIO’ CHE VUOLE FINCHE’ NON RAGGIUNGE IL CUORE CON INFINITO AMORE.
SEI TU MIO VERO AMICO CHE TUTTO PUO’, E TUTTO SA’ DI ME, GIOISCE RIDE E PIANGE CON ME, INSIEME IVECCHIAMO COME IL BUON VINO CHE IL TEMPO CI UNISCE MA TUTTO GUARISCE.
– 19/04/2017

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ALICE MOSCONI

POESIA: Ammetto la sconfitta
Davanti a chi ha la mente sfitta
Di idee sue ma preferisce
Quelle degli altri e non le partorisce.
Se uso l’utero di un’altra donna è peccato
Ma a voi il pensiero va bene anche OGM, prefabbricato.
La vostra mancanza
Mi fa tristezza
Perdo speranza
Acquisto incompletezza.
Mi sento persa nella moltitudine
Di persone ignoranti
La mia solitudine
Non è qualcosa di cui mi vanti
Ma diventa l’unica alternativa
In una società di leoni da tastiera
Con la zampata fin troppo attiva
E con niente sotto la criniera.
Persone senza argomenti che alimentano focherelli
di ignoranza
Non conta se i tuoi pensieri siano brutti o belli
Ma la tracotanza
Che usano per abbaiare come cani randagi
Ogni insulto come stella per i re Magi.
Seguono il più forte, chi alza la voce
Loro mare in tempesta io in un guscio di noce. – 19/04/2017

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Mihai Catalin Vidroiu

POESIA: La disillusione della vecchiaia
C’è chi vive per godere e chi per ponderare.
Aspettando, a indolenti passi si muore.
Caduche, le foglie invilite della gioventù s’inginocchiano ai piedi dell’olmo.
La plumbea rugiada avvinghia la forsythia addolorata
i voli dalle arcate a forbice della rondine sono franati
nello sgabuzzino di un mesto lunedì, dove
i giardini dell’avvenire dei bambini innamorati
restano intrappolati in una tela, vecchia, stantia.
I profumi dell’infanzia, adesso un po’ insapori alle narici,
sono avvelenati nella foce e nei detriti
della campanella dell’ultimo giorno di scuola.
Le venature di un collo di ragazza, eburnee e fresche
di marmo levigato sono crepate nella segatura settembrina.
Aspettando, a brevi passi s’invecchia.
Le cinque del mattino, di ritorno dalla festa
non ci sono più.
L’istante dopo
si è appiccicato e non vuole togliersi
il minuto dopo, il giorno dopo
sono già anziani ricchi di ricordi e poveri d’illusioni
sono fiori limacciosi, fanghiglie del fondo di caffè
filtri di sigarette consumate tra l’insoddisfazione
e l’insanabile amarezza.
Sono solo musiche su un pianeta senza vita.
Aspettando, si scivola via
nel ripostiglio dell’anima pullulano
resti di universi distrutti e di mondi solo abbozzati
di neonati rimasti schizzi di nettare sulla pelle di coccodrillo
di una vecchia toyota abbandonata,
e di vicoli sospesi nella foschia delle lanterne
che oliano la città di una tinta tra il castano delle foglie autunnali
e l’arancio della buccia di mandarino.
Aspettando, ci si rende conto che si è vissuto vagheggiando,
cercando l’infinito in qualcosa di finito
ma per quelli come noi non esiste altro modo di vivere
se non, aspettando qualcosa che non arriverà mai
qualcosa che non esiste. – 19/04/2017

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