Salvatore Iovino



POESIA: Odissea di una rugiada
(di Salvatore Iovino)

La rugiada
scende piano,
piano piano nella notte,
soavemente alle finestre
sulle rose, le ginestre.
Si rispecchia nella luna
che si copre per metà,
che non mostra la sua faccia
solamente per l’età.
Lei si sente vecchia, stanca,
è già lì da molto tempo,
e nessuno più la canta,
a morir va nel contempo.
Io, dice la rugiada,
alla luna ormai ferita,
ho gli stessi anni tuoi
eppur mi sento ancora in vita.
Ci incontriamo già da secoli,
sulle dune dei deserti,
e ho visto molti cuori
a te molto ben aperti.
Ma la luna le risponde,
io vorrei ma non posso
far rinascere l’amore
che oramai l’uomo ha perso.
L’uomo adesso, sai si odia,
non si vuole bene più,
vedi l’epoca è cambiata
quanto male v’è laggiù.
La rugiada allor le dice
mi fai male, oh ammaliatrice,
e prosegue essa da sola
la sua strada, ha il cuore in gola.
A barcollar sui davanzali,
sulle strade di città,
calpestata dalla nebbia,
una lacrima di rabbia.
E piange, piange, piange
per la luna che non c’è.
E piange, piange, piange
e nemmeno sa perché.
Poi saltella un pò quà e là,
triste walzer con le stelle.
Poi rimbalza ancora giù
nel silenzio della valle.
Ma di nuovo si fa giorno,
essa è quasi in fin di vita,
e con un sorriso all’alba,
sai la luna mi ha tradita.
Sai, la luna mi ha tradita. – 27/05/2017

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