Alfredo Agresti



POESIA: Velati gli occhi che nessuno vide

E noi non sapemmo se la voluttà,
la parsimonia o qualcosa d’altro
consunse quelle vostre sigarette,
fino a scottarvi le nodose dita.
Ci colse il sonno quelle lunghe sere
nelle cucine ad ascoltarvi, muti.
Sognammo forse di narrati treni,
di strade bianche per ostici paesi.
L’odore delle valigie nell’aria
delle vigilie lungamente attese !
Trepidammo per favolosi doni.
Seguimmo i gesti delle vostre mani
che andavano e venivano da paesi
al di là della corona dei paesi.
Velati gli occhi che nessuno vide,
correste tra le nebbie le pianure
mordendo il cruccio per i precoci addii
da quegli amori appena assaporati.
Tutte le enumerammo le partenze.
Ai sempre più diradati ritorni
foste talora stanchi, taciturni.
Quella gravezza delle vostre mani!…
Però si sciolse al sole di un mattino:
per sostenere un tenero germoglio,
per rabberciare con pazienza il muro.
E quando ci sorprese la sapienza
canuta già delle parole nuove,
frememmo d’orgoglio, e si era in tanti,
noi, frastornati figli di emigranti.
– 31/05/2017

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