Luca Quattrocchi



POESIA: E all’improvviso abbiamo lasciato che i nostri piedi si sollevassero da terra, da una realtà che tutto d’un tratto ha smesso di appartenerci.
Abbiamo ritratto le gambe, OraLeggere, verso un sentimento che ha deciso di recidersi come il più bello dei fiori di fine Aprile, il mese delle piogge, quelle che tolgono il rosso alla sera.
Aprile, il mese dei testardi.
Aprile, il Mio inverno.
Che sei cocciuto, mi ripeteva nonna prima di voltarsi di fronte all’ennesima rivoluzione.
Aveva ragione.
In preda ai moti imprevedibili della vita, Leggeri come il vuoto nello stomaco e Pesanti come le catene che ci hanno legato per un tempo indefinito, siamo qui, senza saperlo, nella stessa vita.
E allora allungo le gambe e lascio scivolare le punte dei piedi, Libere. Chè se la terra gira voglio girare anch’io.

In cuffia TheCranberries_Promises – 06/09/2017

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