Francesca Zubiani

POESIA: Fantasma

Prendi forma nei miei pensieri
con il velo leggero delle tue parole.
Luce che risplende e non porta notte
passi come vento e lasci le tue impronte.
Sei forza e imponenza intoccabile come aria,
sei delicatezza e fragilitÃ
nel desiderio di portarti alla realtà. – 06/09/2017

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Carmen Imma Aquino

POESIA: Chicco di caffè

Sbuffa nebbioso l’aroma di caffè,
fischiando come una locomotiva in corsa
mentre dalla latta bigia
sanguina a rivoli
una pozione buia.
Inebria il corridoio
sfiorando le pareti candide
e mi invita
con fare malizioso.

Su quanti binari hai viaggiato
esule chicco di caffè
poi così sublimato
per venirmi a tentare,
per soddisfare la mia sete?

Quante mani ti hanno sfiorato,
quante labbra godranno del tuo essere?

Ti assaggio
e sento in te
la maestosità degli alberi,
la terra scura e fertile,
il rigoglio del verde,
l’incalzare del Viaggio
e della Vita stessa. – 06/09/2017

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Marianna Cerroni

POESIA: HAI OCCHI CIECHI.

Hai occhi ciechi
Castelli irti di vette irraggiungibili .
Odo melodie melanconiche
che d’animo forse tacciono.
Il sentiero è lungo e sconnesso
le spine pungono il visitatore innocente
che con il cuore sente e vede .
Serrato in stanze cupe , ridotte
lasciate alla più bieca immaginazione.
I pensieri sono come corvi neri
che volano in cerchio sulle nostre teste,
spettatori inerti ,
Immobili abbiamo perso la strada .
Dall’alto lo sguardo pieno di collera,
d’abbandono
nascosto da cime fortificate
dove chi vive
non sa di farlo .
Abitanti distanti legati
da fragili illusioni ,
come fragili sono i cuori
che più non sanno guardar .
– 06/09/2017

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Marcello Pavone

POESIA: Oggi ho visto un turista in centro,
era solo ma non sembrava.
Ha fotografato ogni cosa, me compresa:
mi ha chiesto se poteva
offrendomi un gelato.
Oggi ho visto una turista in centro
indossava un vestito rosso.
Ho fotografato ogni cosa, lei compresa:
abbiamo sorriso insieme con un gelato
e ci siamo dati appuntamento per cena.
Oggi c’erano due turisti in centro:
erano soli, ma poi non lo furono più.

– 06/09/2017

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Daniela Nisticò

POESIA: In passato possedevo una rosa.
Questa rosa era la più bella e particolare che io avessi mai visto.
Me ne prendevo cura, giorno per giorno.
Era profumata,
un profumo intenso che aiutava lo spirito
a colmare le sue inquietudini.
Il suo colore era unico.
Bianca all’esterno e azzurra, quasi come il ghiaccio al suo interno.
Non passava giorno che io la adulassi e la coccolassi.
Ma una pecca da prima insignificante diventò la fine di quella passione.

Aveva delle spine.
Spine anch’esse non comuni.
Pungenti,affilate come rasoi.
Alla minima distrazione di sguardo, loro subito mi punivano.
Finché un giorno, quei dolori provocati da essa,
me la fecero dimenticare.
La rosa appassì e morì.

Passarono dei mesi, finché un giorno mentre passeggiavo in un giardino fiorito,
i miei occhi vennero rapiti da un qualcosa di familiare.
Avvicinandomi in un cespuglio notai una rosa…circondata solo da spine ed erbacce.
Era lei!
Mi sembrò di prendere un abbaglio.
L’afferrai e l’avvicinai al naso quel profumo, quei colori.
Mi sembrava di non averla mai persa.
Una cosa aveva di diverso, quella rosa, era sprovvista di spine.
Mi rallegrai in quel momento,
finalmente potevo accarezzare quella rara bellezza senza ferirmi.

La portai con me, prese il posto della vecchia rosa.
Come in precedenza, mi prendevo cura nel medesimo modo.
Continuò così per un po.
Poi un giorno non appena mi svegliai,
mi voltai verso quella rosa che sempre ammiravo,
ma mi dava un senso di vuoto.
Mi alzai e mi diressi verso lei,
l’accarezzai come sempre ma ancora sentivo come se qualcosa mancasse.
Mi voltai un’istante per ammirare il panorama dalla mia finestra,
con le dita accarezzai il gambo della rosa e quasi per riflesso
sussultai facendo traboccare il vaso, mi voltai nuovamente verso la rosa,
l’acqua era tutta riversata sul davanzale e la rosa caduta a terra.
Mi chinai e la presi, rimisi tutto in ordine.
Prima di uscire dalla stanza la osservai nuovamente
guardando con più precisione il gambo sprovvisto di spine,
poi osservai le mie dita piene di piccole cicatrici provocate dalle spine della vecchia rosa.

E li realizzai.

La nuova rosa non avrebbe mai potuto sostituire la vecchia rosa.
Perché anche se quelle spine facevano male,
era proprio quel dolore che mi rammentava di amarla ogni giorno di più. – 06/09/2017

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Renato Angelini

POESIA: Una nave senza timone può vagare
attraversare isole pericolose
sbattere sulle rive in constante errare
sfinire i marinai per una sola dose.

Nessun sole del mattino la ritrova
dove il tramonto la abbandonata
secche e bassifondi la sua alcova
nonostante la sua vita, è inaffondata.

Ora è rosa con infiniti petali e una lacrima
come acacie perde spine, non la sua anima. – 06/09/2017

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Annamaria Di Sibio

POESIA: Trasformismo

Millantatrici di sogni
Eteree illusioni
Di plumbei
Debilitanti
Nefasti decadentismi:
Astrattismi di umanitÃ
Tra le maschere di un umanesimo
Violato dall’imperante ipocrisia
Del niente.
Trasformismo e mercimonio
Di fittizie alleanze
Le danze dei giochi delle parti
Implodono di antichi rancori
Sui blindati asfalti di futuristiche
Apocalissi:
Il nulla si culla nell’inezia di un oblio
Di sogni infranti
Sugli impervi scogli
Di un apocalittico mare
Inquinato di disumanità.

– 06/09/2017

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Francesca Sgarra

POESIA: Incerta e rassegnata alla differenza tra ciò che dovrei e ciò che vorrei.
Follia che incarna, attraente, la volontà di venir meno al disegno divino,
Che cauto si materializza e manifesta.
E or, palese destino, scelgo di voltarti il capo e erigermi piccola piccola dinnanzi a te,
Eroica codardia, patologica conseguenza, hai molestato la mia anima, perché si protrasse ai tuoi piedi,
E strisciante, compisse la sua missione. Ma debole seppur straordinaria , la volontà mi impone di seguire il fanatismo e macchiata di questo disonore, mi esilio, grezzo animale in cattività, condannandomi ad essere me. – 05/09/2017

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Mara Michelucci

POESIA: DOLORE
Nel deserto dentro me non nasce un fiore,
In ogni granello di sabbia un dolore,
Un cuore debole cerca l’oasi della speranza mentre il tempo fa la sua danza,
L’anima perde l’orientamento e gli occhi guardano il firmamento…
E mentre all’orizzone il sole abbraccia cielo e sabbia,arriva il buio e avvolge la mente fermando la sua clessidra…inesorabilmente.. – 05/09/2017

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Nancy Sabrina Finocchiaro

POESIA: La nostra famiglia è il mondo
siamo sempre gli stessi
ci conosciamo
anche se non ci conosciamo
basta uno sguardo
e tu mi piaci
oppure no
( se tu cadi
piccolo
io ti aiuto )
Poi ci sono giorni che non ti va di uscire
ma lo fai
perché c’è tempo per morire
… capita di innamorarti di uno sguardo
occhi negli occhi
e li ti perdi
ma poi sparisci
ma non dimentichi
e ti manca
chissà se un giorno ti ricapita
di immergerti in quel verde smeraldo
di acque cristalline
che sa d ‘ immenso. . .
. . . immaginarti ancora lì
con quell’incedere fiabesco
poche parole
e poi un saluto
col sapore di un addio – 05/09/2017

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