POESIA: OSSIMORI
Vicini e distanti
mente e cuore
Lontani e presenti
se amore vuole
Moltitudini di solitudini
dietro tristi sorrisi
Parole vuote
silenzi assordanti
nel regno dei morti viventi
Dolci affanni
Silenzi eloquenti
Brevità d’eterno
cullano una dolce agonia
Instabile equilibrio?
Lucida follia: la mia!
Noi due siamo diversi
la stessa differenza
Se tutt’intorno mente
Noi rispondiamo cuor
Monica Appresti
| sorgente: https://www.google.it/ – 28/12/2017
Mese: dicembre 2017
Martone Pasquale
POESIA: Mentre un albero sorregge gracili foglie. Il nostro amore viaggia dietro subdole spoglie. Con direzione verso monti e le loro guglie. Riflettendo tra i nostri animi in subbuglio. Corpi che si uniscono con istinto animalesco, privi di un vero amore che fuoriesca. Mani che s’incontrano sfidandosi con tenacia, per dimostrar tra loro chi è munita più di audacia. Ad occhi aperti, sognando tra rami intrecciati amori veri, ma distolti dall’attimo… restan solo desideri.
| sorgente: android-app://com.google.android.googlequicksearchbox – 28/12/2017
Magazù Emanuela
POESIA: Ti vedo ancora
nell’orto fiorito
A giocar tra foglie cadute
E ti rivedo stretta
in quell’ abbraccio lontano
Ti vedo oggi su una fredda pietra
Dove riposi
All’ombra di un bianco giglio
E vedo il tuo sorriso
E piango calde lacrime
Rivolta verso il cielo
Tu giochi tra le stelle
Perduta in altri mondi
Le nuvole ti abbracciano
E ti invitano a danzare
Scorgo qualcosa
In un punto lontano
Sei tu che saluti
E mi tendi la mano
L’accetto un istante
Che sbiadisce nel tempo
Ladro, bugiardo
Che rubi alla vita
Momenti di gioia e tristezza infinita
Mi volto ancora un Po
Il sole è tramontato
Il giorno è già finito
E nulla è cambiato.
O cara a me tu sarai
Nei giorni più oscuri
E in quelli di luce
E finché nel mio cuore vivrai
Ti prometto che non morirai.
(Emanuela Magazù) | sorgente: http://www.poetipoesia.com/concorso-poeti-e-poesia/ – 28/12/2017
Sangalli Fabio
POESIA: Poesia di un non poeta
Io narro
La poesia è sintesi
Dire tutto in poche parole
Io sprofondo nella logorrea
Per illuminare il buio contenuto nella mia mente
Nascondendolo tra mille parole
Raccontando il nulla
Implodendo nel mio scuro
Svanendo nel nero – 28/12/2017
Missiato Elisabetta
POESIA: Il topolino morto.
Non mi sono mai piaciute le domeniche mattina,
ma quella domenica mattina vidi un topolino morto.
Era proprio lì,
disteso sul tombino sotto casa mia.
Pensai a quanto era buffo:
un topo grigio morto su un tombino grigio topo.
Lo osservai bene per dieci minuti:
ogni parte di quell’immagine mi affascinava.
Il ventre bianchissimo, quasi trasparente;
le sue manine affusolate che parevano quelle di un neonato.
Chi passava di lì lo guardava con disgusto e distoglieva lo sguardo.
Io no.
Diedi a quel piccolo topo morto uno scorcio del mio tempo:
quale essere non merita questa attenzione?
Così me ne stavo lì in piedi, in quella giornata uggiosa,
a fissare la creaturina deceduta.
Mi chiesi come si sentiva.
Ma lo sapevo già.
Lo sapevo perché il vento forte che soffiava in quella giornata non mi spostava affatto.
Il vento di nessuna giornata mi spostava.
Il vicino di casa, passando con la macchina, schiacciò il topolino.
Non se ne accorse nemmeno.
Chi si accorge di aver schiacciato un topolino già morto su un tombino?
Inclinai la testa come se questo mi avrebbe aiutato a ricomporre mentalmente i pezzi.
Feci qualche passo indietro e lo stesso vicino, sempre passando con la macchina,
mi schizzò con le ruote l’acqua piovana rimasta sull’asfalto grigio e le gocce mi coprirono l’impermeabile e il viso.
Rimasi immobile, come il topo.
Perché come lui non avevo provato niente.
L’unica differenza era che lui era morto, mentre i miei organi erano ancora palpitanti.
Così mi chiesi se investendo anche me, il vicino non si sarebbe accorto di nulla.
Non volli verificare.
Il giorno dopo, a scuola, raccontai ai compagni del topolino:
mi dissero che quella scena era macabra.
Pensai che si sbagliavano.
C’era della bellezza in quel topolino,
una bellezza che solo un topolino morto su un tombino poteva avere.
Poi mi fermai un attimo a pensare se quell’immagine sarebbe stata ugualmente bella se il topolino non fosse morto proprio lì, in quel preciso tombino, in quella esatta posizione.
Mi risposi di no.
Di tanto in tanto ripenso al topolino.
Mi guardo le mani e rivedo le sue dita sottili.
Sono distesa sul letto con il ventre trasparente.
Sono il topolino morto.
Lo sono sempre stata.
| sorgente: https://www.google.it/ – 28/12/2017
Perozzi Salvatore
POESIA: Quando il mare ce l’hai dentro…
Quando il mare ce l’hai dentro,
È la tua isola felice, corri, ridi, gioca segui le onde fai ciò che dice…
Quando il mare ce l’hai dentro,
lo porti ovunque, eppure, su quella spiaggia non porti chiunque..
Quando il mare ce l’hai dentro,
lo senti sotto pelle, non esiste più confine, è cielo, è luna, è stelle…
Quando il mare ce l’hai dentro,
Lo puoi udire, e devi andare, ci devi parlare, abbandonati, lascialo fare, lascialo fare..
Quando il mare ce l’hai dentro,
è quiete e anche tempesta, è un sorriso, uno scorcio di sole per far tacer la testa..
Quando il mare ce l’hai dentro,
è vita come sabbia tra le dita, lo puoi sentire il suo richiamo, sentirti preso per mano…
Quando il mare ce l’hai dentro,
puoi incontrarlo in paio d’occhi, sulla riva della vita, tra un battito di anima e un battito di ciglia…
Quando il mare c’è l’hai dentro e la vita tra le onde un regalo vuole fare,
l’infinito, è farti incontrare chi nell’universo come te, porta dentro il mare… | sorgente: https://www.google.it/ – 28/12/2017
donati chiara
POESIA: CASCHETTO
M’hai amata
Per il tempo d’un caschetto.
Per un battito d’ali, di ciglia, di farfalla
Di chiome svolazzanti
– Le nostre mani intrecciate
Ricordo, saettanti
I nostri cuori addossati
Risogno, inebrianti –
Quanto ho creduto di volare
Per il tempo infinito d’un caschetto!
I miei capelli
Così giocondi e corti e leggeri sbarazzini
I tuoi capelli
Così galanti e vorticosi e arguti malandrini
M’hai amata
Per il tempo d’un caschetto.
Per uno schiocco delle dita
Al termine del quale
Mi sono ritrovata
A mani vuote.
M’hai amato così poco, così tanto
Per il tempo d’un caschetto, il Mio soltanto.
Ora, tempo ne è passato
E il mio caschetto non c’è più
E come le radici d’una sequoia
I miei sofferti capelli lunghi
Si sono abbarbicati alla convinzione
Che non t’amo più.
M’hai amata
Per il tempo d’un caschetto.
Perdonami,
Se dal pulpito della mia frangia
O della mia coda di cavallo
Sceglierò
Di amare qualcun altro.
Per il tempo non
D’un caschetto o boccolo soltanto
Ma d’un’intensa vita accanto.
| sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 28/12/2017
siligardi raffaella
POESIA: ho ritrovato un vecchio quaderno
dove ho scritto le frasi della vita,
dove ho scritto i battiti del mio cuore..
volevo affetto
ho trovato il pianto
ma nel vecchio quaderno
c’era anche il sorriso
che mi indicava il sentiero della vita,
c’era un fiore
che bagnato di giovane rugiada
sbocciava nei miei pensieri.
leggendo quel quaderno
non provavo vergogna
non provavo rabbia,
c’era scritto la mia vita!
i miei sogni!
ho letto anche del cuore innamorato,
del pianto felice
quando il dolore è stato sconfitto.
dei tanti pensieri biricchini
anche il dolore ho visto tra le righe,
ho visto una cosa bellissima,
gratificante,
ero un poeta!
cantavo i miei sogni
i miei pensieri
che cominciavano a parlare il linguaggio dell’amore,
scrivevo rime e parole belle,
vedevo la vita cambiare,
imparare il rispetto
imparare la vita..
ho perso quel quaderno
ma nel cuore è rimasto l’amore
è rimasta la gioia,
è rimasto quel fiore
che mi ricorda
che il passato è passato,
ora è la vita nel mio cuore,
ora solo amore nel mio piccolo cuore. – 28/12/2017
Autuori Matteo
POESIA: INNO ALLE POESIE PERDUTE
Una moltitudine di lettere…
parole alla rinfusa
tutte dentro un grosso sacco,
sigillato,
che continua a gonfiarsi,
a riempirsi di concetti,
versi illogici,
caratteri e spazi infiniti.
Poi un’esplosione,
fragorosa,
dirompente,
schizzi d’ispirazione ovunque…
scorrono nel cranio
fluendo in un unico rabbioso torrente,
un flusso spumoso e variopinto
che lambisce muscoli,
fasci di nervi tesi,
spirito e sentimenti.
E’ musica,
che nasce e riecheggia dentro…
l’uomo è solo il mezzo,
la cassa armonica imperfetta
che vibra di strofe confuse,
imbevuto ormai fino al midollo
di quel profano succo
che è olio essenziale d’ispirazione.
Ma quando tutto ciò non avviene,
quando le imponenti dighe di vita
fermano la folle corsa delle emozioni
è il momento in cui nascono loro,
le poesie mai scritte,
quelle che nessuno leggerà…
quelle che vivranno per sempre ignote,
rinchiuse in quel sacco cerebrale
che sarà per loro
caotica prigione. | sorgente: http://www.poetipoesia.com/concorso-poeti-e-poesia/ – 28/12/2017
Scaglioni Andrea
POESIA: Dopo aver messo sottospirito i miei dolori ed avere vomitato parole dentro ad un bicchiere ormai vuoto e appanato dal mio fiato corto ho deciso di saltare in sella alle mie passioni sempre più in ritardo come la Luna che stanca si veste per apparire… | sorgente: http://m.facebook.com/ – 28/12/2017