Schiavinato Matteo



POESIA: È un giorno di marzo come tanti,
come tante altre fresche primavere
che traghettano sì come mercanti,
ingannevoli visioni straniere,
dal sapore di terra, ed erba, e pioggia,
cavalcando lesti, le brume austere
di un inverno ormai lontano che prueggia
contro queste brezze calde e leggere,
son la spuma gorgogliante che ondeggia
fra i ciuffi d#039;erba bruni, e tal carezza
move il belar vorace della greggia
lì, in una eterna fila di ebbrezza
a strappar la celata vita audace
che s’alza fra i corpi di chi all’altezza
non è stato, e dunque riposa in pace,
senza poter più comprar la bellezza
rara, così attesa, ma capace
di avvampare gli occhi di chi la guarda
con dardi sfavillanti simil brace,
annebbiando la sua essenza maliarda,
incapace d’amar l’amor che non più
tange, e tutto ciò che non le riguarda,
come quella passera buia laggiù
che verso l’est chiacchiericcia testarda,
sperando che il sole, per un momento,
non resti timido celato lassù,
ma poi d’improvviso un tuono di vento
aguzzo sferza e gela il verde bambù,
e or tutto tace, non s’odono i canti,
violento ritorna il freddo tormento
che presto incrina il cor di tutti quanti,
era solo un’illusione, un fomento,
tutto tace, e sorridono i mercanti.
– 14/12/2017

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