adriano gabrielli



POESIA: sono arrivato quasi ormai a meta strada
cosa che nel subconscio, non mi aggrada
forse non son riuscito ben, ad interpretare
tutte quelle belle cose, che hai saputo fare.
la vita è stata di ricordi ed anche rimpianto
da commentar solo, da chi ti e stato accanto
trascorsi anche in solo modo trascendentale
anche se l,esperienza, non era in stato ottimale
certo chè, trovandoti in quei frangenti a tale et�
si poteva supporre, d’essere chiusa nell’omert�
forse la tua costanza e carattere indomabile
ha fatto si che tutto cioò, risultasse possibile
tra alti e bassi della vita, gli anni son passati
che nell,occasione problemi non ci sono stati.
un di il postino, una cartolina venne a portare
trattandosi della chiamata al servizio militere
e se anche da un pò di tempo aveva sentore
dentro il suo animo, stava a serpeggiar dolore
il che non dovuto, da qualche male o incidenti
era la lontananza, scoperta in quei momenti
ho un chiaro ricordo, come si svolse la scena
quando partii, i suoi occhi eran torrenti in piena
anche se allor, ci separava tanta lontananza
tutte le settimane mi scriveva con costanza
che al fin, prima di aprirla con tanta premura
potevo immaginar, lo svolgimento della stesura
che immancabilmente lo scritto era questo
come stai, noi molto bene, tanti saluti a presto
e questo procedere a pensarmi e contar tempo
altro non fece, che farla cadere in esaurimento
col ritorno a casa, riprendendo la solita vita
dopo un pò di tempo si potè considerar guarita
son periodi che ancora non riesco a classificare
son stati una perdita di tempo o vennero a giovare.
la vita continuava senza scossoni nè problema
finchè un giorno, fummo sommersi da patema
e che in men che non si dica e senza preavviso
in breve al babbo venne a meno il suo sorriso
era a letto in affanno, noi aprimmo le finestre
a nulla valse, chiuse cosi il suo viaggio terrestre
dopo aver superato pure lui una vita di stenti
non ha potuto godere della pensione i momenti.
certo che sto colpo fu per noi, tanto micidiale
che paragonato ad altri problemi, fu ineguale
certo questa disgrazia, dentro molto ci segnò
ma per sopravvivere alla vita, lottere bisognò.
cosi andammo avanti in maniera assai blanda
perchè dopo tanti guai il cuor non si comanda
ed ancora nella vita ha rigiocato altra sfortuna
mamma presa da ictus, senza speranza alcuna
messa distesa sopra un letto ed incosciente
che nessuna medicina, ha potuto far niente
per quattro anni sei rimasta in simile posizione
senza più riconescere nè figli nè persone
e chin per sempre ti ha custodito e vegliato
è tuo figlio che del tuo bene non, s’è scordato
e se da tanto tempo non ha la tua compagnia
lui ti tieni sempre in cuore e non nè uscirai via
e mentre scrivo questo, il cuore mi balbetta
ed una lacrima dagli occhi scende in fretta
ti rivedo spesso, ancora stesa sull’angusta bara
con l’immutato dolore che provavo allora.

| sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 18/12/2017

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