Giancola Niccolò



POESIA: REQUIEM DI PRIMAVERA

Inerme.
Non v’è suono parola che seduca il guardo mio.
Recludo vastità in un logico giudizio ;
latente
mi piego innanzi a tale sofferenza ,
ma al suo tono cangiante
non m’adeguo.
Vi ci prostro sprazzi di metodo
sprezzante , il medesimo disastro
lì , perpetuo.

Nel poter mirar ancora al sentir suo
l’ossession trae giovamento
ed è alienante , l’andar lesto
di codesto mio maldestro
incespicar entro me stesso.

Svesto.
Non v’è fretta alcuna.
E’ all’ aldilà del pensier mio che ora si orpella la lusinga
Dio , Vita , Fede , Amore.
Converremo entrambi sul dolore
che condusse noi egoisti a rivolgerci al suo nome.
Scorgerà purezza nuda nella fibra che mi invade ;
renderà giustizia cruda a cotanta frustrazione.

| sorgente: https://www.google.com/ – 04/01/2018

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