Desideri Valentina Iorene



POESIA: TO WENDY

Sono stato in una camera spoglia.
Arredata dagli stracci sparsi. Se li strizzavo scendeva il tuo profumo fradicio. Di faggio, di muschio, dell’albero degli sperduti.
C’era un silenzio brutale per uno che ha voglia di ascoltare storie di pirati.
L’abat-jour l’avevi studiata, punto. C’ha un colore che non mi piace, che è giallo ocra e adesso so di che colore è quello che non vuoi vedere.
La camicia da notte te la sfilo di fretta, però a te non ti dispiace che faccio un po#039; il bambino.
I seni l’hanno morsi fate benedette e dopo io, solo io, che cavalco i cavalli e li cavalco a pelo.
Mi sono cercato l’ombra tra le tue cosce di guerriera e se chiudevi gli occhi, avresti volato pure te.
Ma tu no, tu volevi crescere, invece.
È solo che nessuno può crescere da solo baby e io il mio bacio te l’ho già dato tempo fa. C’hai cucito noi due insieme e calzini bucati, c’hai rattoppato la paura che quello era solo un ditale.
Sto sul ciglio della finestra, pugni sui fianchi, e spero che non ti accorgi che dubito di volare.
Morire sarà una splendida avventura, mi dico. E te intanto spegni l’abat-jour e spegni la finestra e non mi dici più le favole.
Prendo la seconda a destra e sono già un po’ più felice.
Tu cresci che io ho una guerra da combattere.
Ti manderò l’uncino quando avrò esultato.
Con amore,
Pan | sorgente: https://www.google.it/ – 08/01/2018

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