Pepe Luca

POESIA: Napoli
Di notte brilla.
Come una rosa
Profumata
E piena di bellezza.
E protegge
I nostri tesori
Come una fortezza
E una città marina
Ma non è piccolina
E piena di gioielli
Da visitare
Ecco perché
Adoro la mia citt
| sorgente: http://www.google.it/ – 23/01/2018

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Locantore Francesco

POESIA: AMOR MORTIS

Giocando a falciar anime varie,
l’incappucciata morte,
solo di nero vestita
scorse lì ferma un’anima pia.

Le putrefatte mani
che discordia dispensano
arrancarono in avanti
per sfiorar le membra perfette.

Chiara pelle tanto sensibile,
solo stracci a coprirle il corpo,
ciglia regali come il volo di un falco
e fascino da ammaliar i reali.

E anche Morte rimase incerta,
che gran peccato
da far pianger se stessa,
falciar di mezzo cotanta bellezza.

Così decise di andare via,
e la finse condannata;
per amore di un’anima pia,
persino Morte fu ingannata.

| sorgente: https://www.google.de/ – 23/01/2018

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Firinu Claudia

POESIA: L’albero mi invitava ad entrare
In quella sua luce d’oro
Bisbigliava poesie colorate di fuoco.

Mi insegnava a non aver paura
A giocare con i miei fantasmi
A cercare la luce nell’ombra.

L’albero mi conduceva su tappeti morbidi
Dove i passi erano lievi
Silenziosi.

Mi insegnava che la possenza
Non sempre è minacciosa
Mi suggeriva segreti con cui ornare i miei vuoti.

L’albero mi insegnava a salire per guardare il cielo
Non per sentirmi in alto
E suggellare il mio sogno in un patto di pace.
28 novembre 2017 Claudia Firinu | sorgente: http://instagram.com/ – 23/01/2018

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PORCHETTI MARTA

POESIA: LASCIARLO ANDARE

COSA FARò DEL TEMPO CHE RIMANE,
POTRò ABBRACCIARLO O LASCIARLO ANDARE.
FUGGO DAL POTERLO PERDERE,
COME VENTO MI ACCAREZZA LA VITA,
E PROSEGUE SENZA META.
AMARE, CORRERE, SALTARE,
PORTARE IL CUORE AL GUINZAGLIO, E OGNI TANTO LASCIARLO ANDARE.
| sorgente: https://www.facebook.com/ – 23/01/2018

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Leandro LOY GIULIANO

POESIA: Ti ho cercato,
tra le sponde melmose
dei fiumi,
tra coni umbratili
d’alti alberi in filari.
Ti ho cercato
per l’impervie selve
al centro di foreste,
e in chilometri di tunnel
in miniere ormai dismesse.
Ti ho cercato
dentro quel sogno
in abbandono,
nelle attese dell’amore
per ogni tua languida
passione.
Ti ho cercato
nelle alte vette dei nevai
dove il cielo tutto intorno
crea un fremito d’immenso,
e diffonde
altra luce risplendente.
Ti ho cercato
nella polvere dell’ovvio
ciarliero d’ogni rango
credulo d’ogni età,
oratore sciocco
venditore ipocrita
di un’altra eternità.
Ti ho trovato
per l’innegabilit
del tuo splendore
giovinezza d’opale sognante,
d’esistenza ingenua
in crescita arrogante.
Ti amo vita
perché giammai negasti
al fato d’ogni uomo
il suo gioire
il suo patire.
Ti amo dolce Morte
più potente d’ogni dolore
più sensata d’ogni livore,
di suprema compassione
ispiratrice, musa incontrastata
dell’eterna libertà. | sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 23/01/2018

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Bonfante Claudio

POESIA: Un respiro solo un respiro. Da trattenere da inspirare poi da contrapporre per saldare l’umido il scivoloso lo sfuggente di noi uniti fin lì divisi, col calore che ci fa credere arrivati dove sempre abbiam voluto nei pensieri e nei sospiri di noi due intimamente indefinitamente sconosciuti. | sorgente: http://m.facebook.com – 23/01/2018

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Tatti Giuliana

POESIA: LIBERTA
attimi struggenti.lacrime di dolore.ricordi.solo ricordi e pensieri. il domani .l unica speranza di un domani | sorgente: http://m.facebook.com/ – 23/01/2018

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Coslovich Marco

POESIA: Quella notte il rullio dei tamburi sovrastò il rombo dell’artiglieria da campo
Perché la periferia nord est, settore C23, fu messa a ferro e fuoco.

Già i feriti arrivarono a frotte ed i morti si contavano senza pallottoliere,
Giungevano i lamenti oltre la volta del rifugio allestito nel vecchio liceo abbandonato.

Carico di moribondi, tagliuzzati, scannati, lacerati, imbrattati di nafta e di benzina,
Scendeva lungo il declivio il carro trainato dai trattori recuperati nei magazzini.

Adele, responsabile in campo del deposito a nord est, schiumava di rabbia:
“Qualcuno ha dato a loro le coordinate del deposito!! Spie e traditori!”

Fu allora che ruggì la mitragliatrice del Duca, piazzata sul tetto di Gepi.
Un lamento straziante che vomitava inutili rappresaglie.

Alcuni guastatori aveva fatto brillare le mine presso la porta di Vastalinov,
Era dunque il bombardamento del settore C23 solo che un diversivo?

I nostri si posizionarono sulla linea 13, asserragliati tra via Vastalinov e via Rascova.
Ma risultò subito del tutto inutile cercare di difendere quel quartiere già da tempo esposto ad ogni attacco.

Sempre sotto attacco, intanto che il frastuono e il crepitare delle armi automatiche aumentava,
Il comandate Gari convocò d’urgenza una riunione operativa presso la palestra di via Ristanova.

Il centro città pullulava di cherubini vestiti di giallo,
Indifferenti alle raffiche e ai tuoni.

Fu allora che l’ala dei sostenitori della resa immediata ebbe il sopravvento:
Da oltre un anno si resisteva all’assedio inutilmente! Era giunta l’ora di trovare una via d’uscita!

Il comandante Gari a quel punto chiese di poter attuare il piano “vesta”, come concordato.
Ma fu proprio così che una granata nemica centrò la palestra e il muro a ridosso del tavolo del comandate.

Perdemmo il comandante Gari, il suo aiutante da campo Miri, l’esecutore operativo Risaliv, il geniere Savi, il capo squadriglie Adimo e il gran conestabile Puliriv.

Sulla nostra città cadde lo sgomento! Dopo 468 giorni di assedio senza alcun soccorso estremo, eravamo agli sgoccioli, privati dei nostri comandanti militari e senza alcunché.

Sibilavano i traccianti e cupe ritmavano le nocche dei balestrieri.
Squassavano le fragili rovine le vibrazioni telluriche causate dagli scompiglio dei mortai nemici.

Sbirciando tra le rovine delle Chiesa posta sulla collina di Sud est, del settore F 187,
Alcuni sostenevano di aver intravisto Rostinilov, noto con il nome di battaglia “Suri”.

Molti affermavano che era caduto in combattimento almeno un anno prima,
Presso la porta Nadilaniv, ma nessuno aveva recuperato il corpo mentre si sosteneva che fosse sopravvissuto e che stesse boicottando le retrovie degli assalitori.

Cari lettori, voi che leggete le povere righe sbilenche dell’ultimo cronista della città sotto assedio, voi non potete sapere cosa per noi fosse e rappresentasse Suri.

La polvere del soffitto ormai piove sulle mie povere carte e la luce della lanterna é agli sgoccioli, mentre odo i canti di guerra dei nostri nemici farsi sempre più nitidi.

Fu un bambino che giurava di averlo visto, con il volto sfigurato dal sangue e con una remintong in pugno e a tracolla un mitragliatore Mustang. Fu il bambino a riferire di aver parlato con lui.

Il messaggio era chiaro: “Gli assalitori erano agli sgoccioli! Decimati dal colera. Impazziti dalla fame! Con le minuziosi contate! Bisognava resistere ancora un giorno! Al massimo due, per vedere il nostro nemico ritirarsi e resistere!”

La voce girò perla città in fiamme cremisi, mentre altri riferivano di aver visto Suri e di aver sentito dalle sue labbra riarse una stupefacente notizia: una colonna di aiuti stava giungendo dalla capitale lungo la via dei laghi.

Mentre i mig volavano rasoterra trivellando di colpi la Basilica e la caserma dove erano acquartierati i nostri riservisti azzurri, la contraerea sparava gli ultimi colpi da settore D 37, l’unico ancora operativo.

Fu allora che un grido, un immenso grido si sollevò dalla madre terra, una immensa voragine sonora sovrastò i nostri singulti affannosi.

Anche gli assalitori ammutolirono le armi e solo l’odore acre della putredine dei corpi e del benzene misto a nafta e urina, sembrava galleggiare nell’aria.

I tamburi scemarono come fossero stati allertati in ritardo e i canti di guerra cessarono increduli, subitanei.

Fu allora che tutti udirono il tocco di una goccia caduta in una pozza di via Similinav angolo Via Burilinov.

Cava nera: 2 marziale 2040
Ore 35.67
– 23/01/2018

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Moscatelli Alan

POESIA: Come giurasti al mondo
di non voler nessuno a fianco
cosi lui giocondo
volle inurti al torto
negatoti l’amore
provando per te disprezzo
così sciagurato l’uomo non volle
tu cadessi in compromesso
Non osare avvilir la tua persona
Non amare chi realtà ti dona
Non è così che imparasti a sognare
Non è cosi che tornerai ad amare | sorgente: http://m.facebook.com/ – 23/01/2018

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