Valeria Smaniotto

POESIA: Quel giorno

le forze venirono a mancare
I pensieri si fecero più nitidi
Sensazione di vuoto

stanca di lottare
stanca di difendermi
stanca di non essere accettata
stanca di non essere creduta
stanca di non essere amata

Ero tanto stanca

In silenzio e in segreto
Mi avviai verso il cielo

Camminai
Senza fatica
Senza tempo
Senza dolore

Mi avviai

Tutto attorno a me
Il cielo blu terso

Davanti a me
Sagome riconoscibili
Non distinte
Donne e uomini di spalle
con vesti bianche trasparenti
Un bimbo, una bambina accovacciati a terra

8 passi
Bastano 8 passi
E ci sono

1
2
3
4

Riesco quasi a toccarli

Il cielo si fa Tempio
Si fa casa

5

SerenitÃ
Leggerezza
Fine del dolore
Sorriso
Risa
Amore
Dolcezza
Consapevolezza
Unione
Senza parlare
Calore
Tenerezza
Fiducia
Musica
Il mio corpo non esiste più
Sto diventando tutt#039;uno con il cielo

La porta non c#039;è più

6

Respiro
Sorrido
Leggerezza
Apertura
Saluto il passato
Ci sono quasi

7
….un Urlo…

Sparisce tutto

Mi riaddormento

Ricerco quel vivere
Non riesco più a trovarlo
Lo cerco
Non c#039;è più
Se n#039;è andato

Mi abbandono
all#039;impotenza
al disarmo

Mi risveglio
Tra lenzuola bianche
odoranti di soda
Dolore alla gola
Maschera dell#039;ossigeno
Aghi infilati nel braccio
Un uomo e una donna vestiti di bianco
mi guardano e dicono:

“Tutto a posto è tornata”

No non sono tornata
Sto ancora là

Quelle senzazione
Divenute il mio credo
Sulla terra

Ora tutto
Ritace
Lascio andare

VIVO…..

Valeria Smaniotto – 23/01/2018

Please follow and like us:

PECCARISI LUCIA

POESIA: VINCONO I SOGNI

Mi hai lasciato il giorno
rubandomi la notte.
E da silente come sei,
CANCRO,
non ti sei accorto che i miei sogni
sono ancora tutti qua.
Viaggia tu nel buio,
la mia strada illuminata resterà.

| sorgente: https://www.google.it/ – 23/01/2018

Please follow and like us:

Canini Gerardo

POESIA: Il fungo di Hiroshima

Quel sei di agosto
dell’anno quarantacinque
del secolo scorso
quaranta chili di morte
piovvero sulla cittÃ
ch’era sveglia a metà:
trascorse erano le otto
quando un rombo sinistro
ammutolì il brusio
nelle piazze e nelle vie
della grande Hiroshima;
un’immane tragedia
stava per abbattersi
sulle teste innocenti
di milioni di genti.
Orrido spettacolo:
con bagliore accecante
in un solo istante
un fungo gigante
salì alto nel cielo
seminando fumo nero.
Fu padre Pedro Arrupe,
a cui si deve grande lode,
a prestar i primi soccorsi
e a narrar poi alle genti
le scene raccapriccianti
a cui assisté sgomento
quel tragico mattino
del mondiale conflitto. | sorgente: https://www.facebook.com/ – 23/01/2018

Please follow and like us:

Marozin Lara

POESIA: Risveglio
Non mi riconosco più
Sulle tue braccia
La mortalità si riposa tra gli aranci
E la mia mano e illuminata
Dalla sostanza del giorno.
I metalli vivono un febbrile rapidità.
Mi annuncerò col dolce profumo,
Sul tamburo della risata
Quando il ritmo concilierÃ
Menzogne intime. | sorgente: http://m.facebook.com – 23/01/2018

Please follow and like us:

benkhallouk meryem

POESIA: Verso un destino inevitabile

Quel’acqua del fiume che scorre,
Per lungo o breve distanza arriva sempre ad una meta,
Finché vivo porta con sé la vita,

Una volta quel fiume si asciuga, niente acqua, niente vita e nessuna meta.

E quella foglia secca persa, si fa dondolare,
E si lascia portare
Affidandosi alle danze dell’acqua del fiume,
Ogni tanto sembra un bambino emozionato che saltella di gioia,
Ed altri volte sembra in uno stato meditativo,
Un concerto di percussioni quel suono dell#039;acqua, ma a volte sembra che nn si è mai mossa.

È quella foglia secca, dopo la sua morte decide di farsi trasportare da quella stessa acqua che le ha fatto nascere,
Percorrendo con essa il suo stesso destino, vivendo i suoi stessi stati, ballando sulla sua musica,
A volte si ferma dietro qualche ostacolo,
E poi di nuovo riprende il percorso dell#039;acqua, avanti cosi,
Verso un destino sconosciuto ed inevitabile.
Quella foglia secca è morta veramente?
Un ciclo di riciclo è la vita
È così tutti viaggiamo soli o accompagnati verso un destino inevitabile. – 23/01/2018

Please follow and like us:

Tipaldi Amelia

POESIA: E poi arriva quel giorno.

Lo zaino nuovo che sembra troppo grande.
Il passo timido verso un edificio che ancora non conosci.
Gli occhi spalancati in cerca dei compagni della scuola materna.

Un sorriso, il tuo che nasconde curiositÃ
Un sorriso il mio che nasconde felicità e qualche lacrima.

E c’è la tua piccola mano che stringe forte la mia.

Quante volte ho stretto questa piccola mano!
Di notte quando avevi paura degli incubi.
Al mare quando entravamo in acqua tra le onde
Al parco quando attraversavamo la strada.

E ora questa piccola mano
imparerà a scrivere parole e numeri,
imparerà che per parlare occorre alzarla
imparerà a tagliare la carne da sola.

Ora però questa tua manina devo lasciarla andare,
sta suonando la tua prima campanella.

Tu scappi via,
e la mia mano ti saluta da lontano.
Vai amore mio,
vai e diventa grande.

Di Amelia Tipaldi | sorgente: https://www.facebook.com/ – 23/01/2018

Please follow and like us:

villari petrolito armando

POESIA:

IL SASSO E L’ONDA

Stamani ho posato un sasso in riva al mare.
Le onde lo hanno lambito dolcemente,
rendendolo lucido, e splendente.
Tu eri l’onda, io il sasso.

L’onda

Per anni ho lambito coste
E accarezzato sassi….
Pochi in verità,
nel tempo levigati..
ma uno solo fra tutti,
difficile da trascinare,
inattaccabile dalle intemperie,
integro nonostante gli scogli,
è diventato lucido,
uno solo splendente,
perché prezioso granito.
Tu sei quel sasso….
Parlasti di noi
Tacendo questa luminosa verità:
che io ora,
onda,
voglio svelare al mondo……
E a te:
che ancora a volte,
ne dubiti.

Il sasso

In balia delle correnti,
sommesso dalle maree,
arenato sulla spiaggia,
quasi seppellito dalla sabbia,
ho atteso…….
Ho aspettato…..
Finche l’onda è arrivata,
lambendomi,
togliendo un poco per volta
la sabbia intorno a me.
Mi ha carezzato lievemente,
sussurrandomi la canzone dell’amore:
una volta,
e ancora una volta,
e ancora,
e ancora.
Riportando alla luce
Più splendente che mai,
tutto quello che era sepolto,
dimenticato.
Rendendomi immune al tempo,
alle intemperie,
rendendomi felice.
L’onda ancora non lo sa;
ma se prima ero arenato,
prigioniero su quella spiaggia,
adesso sono io a volerci restare…..
A tenermi aggrappato,
a splendere al sole,
ad essere lucido:
trasudante d’amore.
Perché sono sicuro;
perché non ho dubbi,
che quell’onda ci sarà sempre.

IL SASSO E L’ONDA

Stamani ho posato un sasso in riva al mare.
Le onde lo hanno lambito dolcemente,
rendendolo lucido, e splendente.
Tu eri l’onda, io il sasso.

L’onda

Per anni ho lambito coste
E accarezzato sassi….
Pochi in verità,
nel tempo levigati..
ma uno solo fra tutti,
difficile da trascinare,
inattaccabile dalle intemperie,
integro nonostante gli scogli,
è diventato lucido,
uno solo splendente,
perché prezioso granito.
Tu sei quel sasso….
Parlasti di noi
Tacendo questa luminosa verità:
che io ora,
onda,
voglio svelare al mondo……
E a te:
che ancora a volte,
ne dubiti.

Il sasso

In balia delle correnti,
sommesso dalle maree,
arenato sulla spiaggia,
quasi seppellito dalla sabbia,
ho atteso…….
Ho aspettato…..
Finche l’onda è arrivata,
lambendomi,
togliendo un poco per volta
la sabbia intorno a me.
Mi ha carezzato lievemente,
sussurrandomi la canzone dell’amore:
una volta,
e ancora una volta,
e ancora,
e ancora.
Riportando alla luce
Più splendente che mai,
tutto quello che era sepolto,
dimenticato.
Rendendomi immune al tempo,
alle intemperie,
rendendomi felice.
L’onda ancora non lo sa;
ma se prima ero arenato,
prigioniero su quella spiaggia,
adesso sono io a volerci restare…..
A tenermi aggrappato,
a splendere al sole,
ad essere lucido:
trasudante d’amore.
Perché sono sicuro;
perché non ho dubbi,
che quell’onda ci sarà sempre.

il sasso e l#039;onda

Stamani ho posato un sasso in riva al mare.
Le onde lo hanno lambito dolcemente,
rendendolo lucido e splendente.
Tu eri l#039;onda, io il sasso.

L#039;onda

Per anni ho lambito coste
e accarezzato sassi…
Pochi in verità,
nel tempo levigati,
ma uno fra tutti,
difficile da trascinare,
inattaccabile dalle intemperie,
integro nonostante gli scogli,
è diventato lucido,
uno solo splendente,
perchè prezioso granito.
Tu sei quel sasso…
Parlasti di noi
tacendo questa luminosa verità:
che io ora,
onda,
voglio svelare al mondo…..
E a te:
che ancora a volte,
ne dubiti.

Il sasso

in balia delle correnti,
sommesso dalle maree,
arenato sulla spiaggia,
quasi seppellito dalla sabbia,
ho atteso….
Ho aspettato…
finchè l#039;onda è arrivata.
lambendomi,
togliendo un poco alla volta
la sabbia intorno a me.

V.P.A.

| sorgente: https://www.facebook.com/ – 23/01/2018

Please follow and like us:

Monica Manente

POESIA: Mi ritraggo nel buio del mio dolore
Perché nessuna sappia, nessuno veda
Squarci sanguinanti di ferite traboccanti tristezza | sorgente: http://m.facebook.com/ – 22/01/2018

Please follow and like us:

Mazzia Cristina

POESIA: Tutto ciò che non dici,echeggia nella mia mente.Tutto ciò che non vedi,riflette nei miei occhi.Tutto ciò che non senti rimbomba nel mio cuore,Tutto quello che non sai provare,colpisce la mia anima.Come un’ onda,Si scaglia sulla mia esistenza. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 22/01/2018

Please follow and like us: