POESIA: Ti sento nonostante la tua assenza. Ti sento vicina attraverso il ricordo del tuo sorriso,dei tuoi occhi,della tua voce e dei nostri baci,e tutto ciò vale anche più della tua presenza. Ti sento in questa mancanza che mi fa capire che sei presente dentro di me,nell’ansia di scriverti non appena sveglio per dirti quanto è triste dormire senza di te.Ti sento nell’amarezza che provo quando le cose non vanno come vorremmo,nella paura che abbiamo di perderci. Ti sento in ogni secondo,ogni attimo della mia giornata,sento ancora il profumo che mi hai lasciato addosso..l’ultima volta che ti ho abbracciata. | sorgente: http://instagram.com/ – 10/01/2018
Mese: gennaio 2018
Femia Marianna
POESIA: E fu un battito
Una folata di rammarico
Spazzò in me ogni ricordo.
Il tempo diventò oblio!
Quante corse verso un luogo
Senza nome!
Ti aspettai invano
Nelle notti che
Furono senza stelle,
Nei giorni in cui
L#039;alba tardo ad arrivare.
E fu un battito. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 10/01/2018
Gammicchia Vanessa
POESIA: “Solo un soffio di vento”
È stato solo un soffio d vento
A farci incontrare
A farci conoscere
A farci innamorare.
Grazie ad esso
tu sei entrato dentro d me
Invadendo i miei sogni
Esplorando la mia anima.
Ma quando sei riuscito a spalancare le porte del mio cuore,
Il vento ti porto di nuovo con se
Lontano da me.
Sappi comunque che
le porte del mio cuore
Rimarranno sempre aperte
Aspettando che
quel soffio di vento
Ti riporti nel luogo dove ti ha allontanato. | sorgente: https://m.facebook.com/ – 10/01/2018
Serranò Valentina
POESIA: Mi prese le mani senza sfiorarle, le seppe riempire, improvvisamente, di quella forza che appertiene solo a chi ha capito cosa volere. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 10/01/2018
perego renata
POESIA: MAMMA
Dolce, soave, stupenda donna sei tu, meravigliosa creatura, da Dio innalzata ad un compito bellissimo che solo tu, nella tua semplicità, così bene sai fare.
Già nel mio primo giorno di vita , quando meravigliosamente sbocciava il mio germoglio nel tuo seno, tu ti illuminavi e radiosa diventavi prima ancor di sapere, ma già intuivi di me che dentro di te nascevo; lo capivi dal palpito disordinato e gioioso del tuo cuore che la mia venuta ti annunciava.
Quale straordinario miracolo accadeva in te, grande e sublime evento che sempre si ripete, ma ora, era in te e tu lo vivevi con grande gioia e vero non ti sembrava che un bimbo un dì, col nome più dolce , bello e meraviglioso ti avrebbe chiamata: “mamma”.
Con grande dolore mi hai partorito ma ecco che, al mio primo vagito, un grande sorriso si è subito formato sul tuo bel viso; quanto è innamorato quel volto di donna di quel miracolo a cui ha dato la vita!
Quanti anni da quel dì son passati. Ridere e piangere ho visto il tuo volto, talvolta anche da me ferito; la pena che al tuo cuore io davo non sempre riuscivo intuire.
Siam figli testardi e ciechi se capir le tue lacrime non sappiamo, ma la mamma che sempre perdona scherzare col figlio a lei piace ed a lui la verità giammai rivelerà e mentirà che quelle lacrime in quegli suoi occhi non sono altro che di felicità.
Il nome “mamma” le mie labbra pronunciavano quando ancora tu eri in vita, ma mai capirono e mai percepirono la bellezza di questo nome ma tu, instancabilmente, sempre pronta, eri lì accanto a me, sorridente ed attenta ad ogni mio desiderio.
Or più non ci sei tu, “mamma” ancora io chiamo, lo grido e poi lo sussurro e poi ancora lo urlo; un eco me lo ripete lontano , ma tu mamma perché non rispondi? Io son parte di te ma tu, purtroppo, più non sei accanto a me.
Ora soltanto mi accorgo quanto è bello pronunciare questo nome: mamma cara, perché questi occhi miei diversa oggi ti vedono.
Perché, perché solo ora?!
Più non posso stringerti a me, le tue mani ed il tuo bel viso accarezzare, i miei pensieri ed egoiste tribolazioni a te confidare.
Il tuo nome pronunciare più non posso, mentre sussurrarlo , ripeterlo ed infine al tuo silenzio gridarlo adesso vorrei….
Oh mamma quanto mi manchi, quanto è grande il mio amore per te, ora solo mi accorgo , dal dì che gli occhi tuoi per sempre chiudesti, quanto è grande il vuoto lasciato da te.
| sorgente: https://www.facebook.com/ – 10/01/2018
Paradisi Paola
POESIA: DANZA CON ME…
Danza con me,
nell’alba rosata
di un mattino rugiadoso,
quando il sole timidamente
comincia ad apparire all’orizzonte,
quando il chiarore biancastro
lascia il posto ad improbabili strisce di luce.
Danza con me,
nel meriggio assolato,
quando le cicale friniscono chiassose,
quando i papaveri diventano
sfacciatamente rossi ,
intrecciandosi spavaldi
al grano ormai maturo.
Danza con me,
nel tramonto di una sera,
quando L’orizzonte spande a profusione
i suoi colori violacei,
quando la sera improvvisamente si avvicina.
Danza con me,
o Vita,
abbracciami più forte che puoi,
saldamente, tenacemente
affinché non possa stancarmi di te,
affinché tu non possa staccarti da me. | sorgente: http://www.poetipoesia.com/concorso-poeti-e-poesia/ – 10/01/2018
Murru Antioca Stefania
POESIA: Via, senza rimpianto
Per dimenticare,sì!
Me ne andrei,via,
Se! La mente mia oscurasse il tuo viso,
Svanisse il tuo profumo sulla pelle mia,rifiutando le tue carezze,
Sì! Per dimenticare io andrei via:
Se!
I miei occhi un domani scrutando l’orizzonte,nel contemplare un’alba
non cercassero il tuo viso | sorgente: https://www.facebook.com/ – 10/01/2018
Crespi Francesca
POESIA: Testamento biologico.
Quando morirò
Donate i miei organi.
Il mio cuore
A chi non sa amare,
I miei occhi
A chi non ha mai
Imparato a piangere
Né a guardare dentro se stesso.
Donate le mie orecchie
A chi non sa ascoltare
La voce del silenzio
Quando parla d’amore
E la mia bocca a chi
Non osa confessare
I sogni più segreti
Sepolti in fondo al cuore.
Donate le mie mani
A chi cerca di afferrare
Il senso della vita
E gli attimi fuggenti
Di una felicità negata.
Quando morirò
Lasciatemi soltanto
La mia malinconia
E l’inutile ricerca
Di un’introvabile saggezza. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 10/01/2018
Crespi Francesca
POESIA: Testamento biologico.
Quando morirò
Donate i miei organi.
Il mio cuore
A chi non sa amare,
I miei occhi
A chi non ha mai
Imparato a piangere
Né a guardare dentro se stesso.
Donate le mie orecchie
A chi non sa ascoltare
La voce del silenzio
Quando parla d’amore
E la mia bocca a chi
Non osa confessare
I sogni più segreti
Sepolti in fondo al cuore.
Donate le mie mani
A chi cerca di afferrare
Il senso della vita
E gli attimi fuggenti
Di una felicità negata.
Quando morirò
Lasciatemi soltanto
La mia malinconia
E l’inutile ricerca
Di un’introvabile saggezza. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 10/01/2018
MARIANO Nicola
POESIA: NOTTE e GIORNO
Notte inoltrata, non prendo sonno,
Forse sarà la calura estiva.
Pigramente esco sul terrazzo
E mi distendo su una sedia a sdraio.
Nel cielo uno spicchio ricurvo di luna,
Contornato da una miriade di stelle,
Che maliziose strizzano l’occhiolino,
All’istante attrae la mia attenzione.
Mi soffermo ad ammirare con stupore,
Il respiro sembra quasi affievolirsi,
Solo mentalmente riesco ad esprimere:
Scenario splendido, straordinario.
Rimango assorto un bel po’ a contemplare
Il firmamento, preziosa cupola
Scolpita per certo da un Essere Supremo.
Il tempo trascorre senza arresto
E la notte è giunta a fine corsa:
Ad un tratto lo stupore accresce,
In lontananza, all’orizzonte,
S’intravede un lieve bagliore
Che tratteggia il limite tra cielo e terra.
Poi la luce, lentamente, diviene rossastra
Ed ecco, sornione, fa capolino il sole.
Passano solo pochi istanti e l’astro,
Appare per intero, come una grande palla di fuoco,
Per schiarirsi a poco a poco sempre di più.
E’ un nuovo giorno che nasce:
Fulvi bagliori illuminano il Creato
E la natura si ridesta dal torpore.
Cinguettio canoro di uccellini,
Rombo di automobili sfreccianti,
Vocio di gente che torna al lavoro.
Riprende l’usuale baraonda.
Mi soffermo ancora qualche istante
A scrutare tutt’intorno ed esaltare
La soprannaturale abilità pittorica
Rappresentata dal Padre Celeste,
Supremo Artefice dell’intero Universo.
Rientro in casa, mi distendo sul letto
Ed affondo la testa nel cuscino.
Mi sembrava di aver sognato.
Certo avrò dormito fin troppo
E quando, stiracchiandomi, riapro gli occhi
L#039;orologio segna già più delle dieci.
Ancora assonnato mi avvio sul terrazzo,
istintivamente alzo lo sguardo verso il cielo,
Il sole luminoso e caldo m’investe appieno. | sorgente: http://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.poetipoesia.com%2Fconcorso-poeti-e-poesia%2Fh=ATPMi40qBI9BjA68M_9XnPOEu-7EO68oNVGXiSdj0KWwTFmeCxEajQI6YQV1lf1s1SwJpzjBa-uJ8C9pK8HKpDSetMx8It7RMyd5z1rj2LplwpWjCCpkELHD2vXzjAyl_5kJNhSevyDt – 10/01/2018