POESIA: L’ Amore con te, é come camminare in punta di piedi senza potermi fermare, ma sento il tuo calore forte negli angoli bui delle mie stanze gelate, appesa al tuo respiro mi vedo cadere , per poi tornare e sentirmi felice.
30/01/2018
POESIA: L’ Amore con te, é come camminare in punta di piedi senza potermi fermare, ma sento il tuo calore forte negli angoli bui delle mie stanze gelate, appesa al tuo respiro mi vedo cadere , per poi tornare e sentirmi felice.
30/01/2018
POESIA: Era una notte contesa dal sole e dalle stelle.
Tutto scorreva, con uno scorrere lento, fermo, freddo.
Un trascinarsi dietro tutto il magone degli anni che incessantemente andavano via lontani, con i bagnagli
pieni e strapieni di sensazioni.
Capita di portare al bar di paese tutto il rammarico di ciò che avresti voluto ma non è stato, tutti i sogni mai
avverati, tutti i libri iniziati a leggere e mai terminati, tutte le storie e le favole che hai dovuto veder finire
senza poter loro salvare, anche quando ti urlavano aiuto.
Si porta al bar il cranio rotto e la sua mente, il fegato e le sue bestemmie, i polmoni e il suo respiro, il cuore
e la sua anima.
Si entra in luoghi come questi e si cerca qualcosa, un piccolo salto in ciò che non è mai stato.
Qualcosa che per una volta “sia” .
Ci si siede su una sedia piccola, tremante, e si inizia a bere a tu per tu in sostanza liquida il tuo io che ti
oltrepassa letteralmente i sensi, ci si imbatte in discorsi confusi vestiti di persone altrettanto nude e
insignificanti, e ti rendi conto di quanto esso sia inutile … e nel frattempo attendi un cambiamento.
Si, per quanto dura sia ammetterlo, la vita ha bisogno di cambiamenti.
Di scosse forti e costanti che ti fanno vibrare.
Ma quella sera era diversa, era fredda da morire, ma emanava calore, calore e colore.
C’era fuoco nell’aria quella sera.
C’erano le mie sensazioni lassù in cielo spiaccicate lì come schizzi di tempera fresca, spalmate insieme alle
stelle ignorate da tutti.
E ad un tratto, cosi, per caso, c’erano anche due luci forti e abbagliati come il sole, c’erano due occhi.
C’era la loro energia, la forza, l’empatia che sprigionavano insieme a ciò che mi stavo accorgendo eri,
insieme a ciò che riuscivi a tirar fuori con il corpo, con le mani, con la voce, con la musica.
Si, c’era anche lei, “La Signorina Musica”.
“Lei“ non riesce mai a declinare l’invito delle emozioni!
E stranamente ad un tratto tutto sembra più chiaro.
Due occhi sono riusciti a farmi vedere finalmente con chiarezza.
“La vita, che cos’è?”
Domanda di molti dei quali non perdono il loro tempo per trovare una risposta.
Ma io ho capito. La risposta non esiste.
La risposta non c’è perché è sbagliata la domanda stessa.
Quella giusta è: – “Per cosa e per chi vale vivere ogni singolo instante di questa fottuta vita?”
La mia vita, per esempio, si è fermata in quel bar, dentro la musica, in quegli occhi.
Occhi malati ma in essi c’era l’antidoto, morti ma allo stesso tempo vivi, più vivi della vita che tanto difendi
ma che in realtà ti rallenta.
Occhi dove ci rivedi te stesso. Dove mi rivedo.
Occhi non miei, ma ogni cosa rara non è di nostra proprietà in questo mondo, poi, io, arrivo sempre tardi!
Ma come dicevo è strano che queste sensazioni mi bussino alla porta. Ma mi è accaduto davvero stavolta.
Posso dirmi “piena” dei tuoi occhi, “sazia” senza averli nemmeno sfiorati, anche senza poterli mai avere.
“Sazia” di idee e concetti che credevo sbagliati ma che rivedo e vedrò nei tuoi anche a kilometri di tempo e
di spazio.
Anche quando mi accorgerò che è forse tutto un sogno o una realtà a metà.
Ma andrà bene lo stesso semplicemente perché il solo fatto di provare “sazietà” è più forte “della fame
stessa” che non potrò mai avere con costanza naturale.
Fatto sta che lo dicevo io che era una notte speciale!
Era una notte dove chi brillava era il sole e non le solite stelle. 30/01/2018
POESIA: Come non vedere in queste case la metafora delle nostre vite.
Le case al mare
si aprono allegre alla primavera
e si chiudono meste all’autunno.
Le case al mare
mettono in mostra la terrazza d’aprile
e abbassano l’imposta al vento d’ottobre.
Le case al mare
sono il tempo di luce mai pago,
con l’estate dai bimbi festanti
e giovani amori appena accesi,
che accolgono sempre ansimanti
mentre ancora baciano ardenti.
Le case al mare
sono vuote quando l’inverno
soffia sull’onda instancabile.
Le case al mare
s’arrendono alla tempesta,
quando l’ingiuria del tempo
le scava in profondità,
mentre il vento rinforza
sbattono le imposte
e, se il mare ingrossa,
all’arenile abbandonano le assi.
– 30/01/2018
POESIA: LA NOTTE
Tenera è la notte
quando confortata da
dolci pensieri ti assopisci
per dimenticare gli spasmi
di giorno.
Cadono le paure
cadono le angosce
e il dormiveglia ti porta
vicino alle stelle, in una
dimensione divina dove
pensi di incontrare Dio
e potergli chiedere la
via che porta in Paradiso.
Tenera è la notte
quando invitata da
dolci pensieri ti addormenti
per peregrinare nei luoghi
del grembo materno
e
cercare la tua anima.
Breve è la notte
quando
come un fulmine
che si impadronisce del cielo,
così la notte all’improvviso
si nasconde,
per restituirti gli spasmi
di giorno.- 30/01/2018
POESIA: L#039;OMBRA
L’ombra ci segue contrapposta alla luce,
è là per mimare le nostre scelte ,
Riuscendo sempre a far i sentire grandi.
Parte di noi ma astratta.
Così come la nostra anima ,
Che non ha forma ,ne sostanza.
Ma è la sola ,che può renderci
Consapevoli di esistere oltre la vita stessa. | sorgente: android-app://m.facebook.com – 29/01/2018
POESIA: Ogni inizio, a me, fa sempre un po’ paura. Paura che possa deludere, deludermi. Paura che possa farmi ancor più male della fine precedente.
Carico di aspettative, non so quale desideri maggiormente che diventi realtà; d#039;altronde vorrei fossero tutte possibili per me, le realtà che immagino, e che fino ad ora ho accantonato. Auguro, a me, una buona dose di coraggio, quella buona dose di spavalderia di fronte a ciò per cui ero solito chiudermi. Auguro di non vergognarmi mai di me stesso, di lasciare che ogni debolezza venga fuori, tanto quanto i punti forti.
Spero vengano capiti un po’ tutti,
spero si possa capire me, che io possa capirmi. | sorgente: https://www.google.it/ – 29/01/2018
POESIA: Un giorno ho letto da qualche parte che, per qualcuno,
vivere tutti i giorni con una persona violenta
è un po vivere con le scarpe ai piedi, sempre.
Tenevo nella mano destra un aeroplanino di carta,
la notte mentre aspettavo terrorizzata che rientrasse.
Lo stringevo fra il pollice e l’indice ed erano le mie ali,
le mie ali per volare via di casa,
dove ogni giorno iniziava e finiva una battaglia
e la vita in famiglia era guerra.
Ma non una guerra di eroi, quella infinita,
forse eterna fra lui e me,
dove l’uomo è invincibile
e la causa del conflitto
è la sua vita non vissuta,
costellata di sogni inappagati.
Ogni mattina mi alzavo dal letto,
ma non avevo più voglia di lottare.
Mi svegliavo con le mani in alto,
con l’intenzione di arrendermi,
anche se la resa non era un’opzione.
No, la resa non era un’opzione.
E poi c’erano le notti,
le notti che sembravano non finire mai,
le notti con le mani in alto,
le notti in cui non avevo voglia di sognare,
le notti in cui avrei voluto saper volare, via.
Un giorno ho accartocciato l’aeroplanino.
Ho preso un altro foglio bianco,
ma ho pensato che non mi servisse avere le ali
perché ero stanca
e fuggire non avrebbe cambiato le cose
e poi non sopportavo
di vedere mio figlio piangere
e ogni volta era come se la mia anima
si disintegrasse.
Sono andata via, lasciandolo la,
abbandonando, pensavo sciocca, quel girone della paura.
Niente ha peso per me.
Sono stata vittima tante volte, troppe.
Tutto si cancella dicono, scrivono.
Io intanto scrivo i miei sogni e sopravvivo.
Leggi attentamente queste mie parole, Maestro del Sogno.
Vorrei… vorrei alzarmi, levitare con le ossa d’aria,
le mani sollevate (ma non in segno di resa)
e sorprendere il mondo con qualche gioco di luci colorate.
Vorrei… vorrei mettermi in bilico fra un sorriso e il destino,
sospeso in un tempo in cui il peggio è passato e respirare
un milione di volte mentre una stella cadente si accende nel cielo. – 29/01/2018
POESIA: LA POESIA
La poesia è musica senza note
Un dipinto senza tela
Un racconto senza parole
La poesia è un popolo senza patria
Una divinità senza religione
Una strada senza meta
Una guerra che non conosce sconfitta…
La poesia è un labirinto pieno d’uscite
Assuefazione senza dipendenza
Una bacio senza labbra
Un amore senza amanti
La poesia è quel folle istante tra l’anima e la mente… | sorgente: http://m.facebook.com/ – 29/01/2018
POESIA: Ma tu chi sei
mostrami il tuo vero volto
sei un camaleonte
e ostenti la furbizia d’una volpe
spesso sei un leone
che hai voglia di sbranare
per poi falsamente mostrarti pecorella
per farti perdonare.
Ma tu chi sei
sei l’egoismo
che si specchia in continuazione
e per ogni situazione
trova giustificazione.
Ma tu chi sei
sei la superbia
hai l’ardore
di sentirti sempre superiore
sali sempre sul podio
con lo sguardo pieno di disprezzo e d’odio.
Lo so chi sei,
un po’ di tempo c’è voluto
ma finalmente l’ho capito,
sei una nullità
un essere umano
da lasciare cuocere nel suo brodo
con la certezza
che resterai da solo
a consumarti poco a poco. | sorgente: https://www.facebook.com/ – 29/01/2018
POESIA:
RISO
Non ti crucciar per domani
sarà peggio di oggi,
non pensare a cosa farai,
non seminare risi amari,
non serve a nessuno,
nemmeno la gramigna
germoglierebbe.
Dalle mani che tremano
usale ora, a spargere sementi
di riso , fecondo al sorriso,
nel campo dei cinque colori
delle nostre etnie.
Sei tu che dal tuo serrato sorriso
non mostri i tuoi denti,
son trenta due, come i muscoli
del tuo viso, sfoggia i labiali
fai vivere le tue pupille,
ricorda che l’uomo nasce buono.
se non sorride alla sua sorte
il nostro riso gelerà ,e nessun
sole ,lo scioglierà.
. Alessandro Antonello
| sorgente: https://www.facebook.com/ – 29/01/2018