POESIA:
PIù VICINO AL LIMITE
L’inquietudine che mi tormenta mi annichilisce.
Non è facile da spiegare;
Hai presente quando hai pensieri discordanti?
Quando non li riesci a controllare, a comandare?
Vanno a collidere. E non sono per nulla dolci.
Duri come le rocce, contro cui si scaglia il mare, s’infrange la schiuma. E poi ancora. Ancora..
Vorrei uscire a correre, bagnandomi con la pioggia che cade.
Vorrei qualcuno con cui fare a cazzotti. Che mi dia un casino di schiaffi. E che mi ripeta quanto sia sbagliata e non speciale.
Qualcuno che poi non mi cerchi per fare l’amore, ma per riempirmi il cuore. Con quello che vale, con quello che vuole.
E con cui ancora vorrei lottare.
Spaccare una miriade di specchi, con una mazza tipo quella da baseball.
E poi cosa mi rimane? Cosa mi rimane… vuoto.. sentirsi cadere.. come se fossi in alto, su un grattacielo altissimo, lì su un bordo a guardare l’oblio.
Due forze in me che lottano “closer to the edge”: la tentazione di gettarmi, la tentazione di restare.
Sentirsi il corpo in due.
La faccia gelare. Le labbra battere. Il respiro mancare.
Non ti giri perché la paura che qualcuno a trattenerti non ci sia ti fa volare, ma non verso l’alto,
per salvarti e restare a pensare.
Ma per saltare.
Per spingerti altrove.
Sempre più vicino al limite. Sempre di più.
Senti le gambe tremare. Le mani sudare. Gli occhi cercare.
Le menzogne crollare. Tutte.
E allora se riesco a trasmettervi anche solo un po’ di quest’inquietudine, sono brava.
E tu dove sei ora? Riesci a vederti? Dissociati e ascoltati.
Ascoltati.
Ascoltati.
Prova a risalire.
| sorgente: https://www.google.it/ – 08/02/2018