Greco Marco



POESIA: Guerra civile

Furiosi calci a lattine asfaltate e
pugni stretti contro muri insanguinanti
vestono un uomo irato contro
l#039;oppio dei popoli. La Pace.

Nel mondo dove la Storia aveva, un tempo,
la sua amaca preferita ed il suo ambiente
idilliaco, c#039;è una guerra civile che
sfrega le mani e digrigna i denti dell#039;uomo.

Ah la guerra! Gli riempie il cuore di gioia
riconoscere che lì ci andrà molto presto.
Ah che divertimento! Hanno cominciato
senza di lui e vuole esserne partecipe.

Campo di battaglia. Il Silenzio non trova ristoro.
Dove l#039;odio rende allegri?
Pozzanghere imbrattanti. Si è giunti nel luogo
dove Dio non trova posto, non ha il biglietto.

Il motivo? Solo parole. Non c#039;è
significato né sintassi. Non c#039;è
scritto che possa contenerle tutte quante.
Solo le urla possono dar loro lo spazio che necessitano.

L#039;uomo comincia a piagnucolare, a
frignare per il gelato caduto per terra.
Non grida alla guerra. E’ paralizzato.
Grida alla Mamma. E’ impaurito.

Solo un vivente incontra, che fischietta
a ritmo di pioggia e gli urla:”Cosa c’è
di così civile in una guerra?”.
Gli occhi gli si aprono contro natura.

Luce.
Pioggia.
Nessuna lacrima.
Nessun fischio. | sorgente: https://www.google.it/ – 06/03/2018

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