Mistò Severino



POESIA: Il LAGO di COMO

Là dove il bagliore del lampo
squarcia il crepitio del tempo,
come un vandalo venuto dal freddo,
il ghiacciaio rompe la roccia.

Spacca il profilo delle montagne
l#039;incisione profonda dei ruscelli
che rigurgitano l#039;acqua disperata
che la quiete del lago abbraccia.

Come un mantello di velluto
faggete e pinete e betullaie
digradando avvolgono i dirupi
addolciti dai pascoli verdi.

Muri a secco di sasso squadrato
sostengono stanchi i terrazzi,
sornioni trattengono il fiato
nel sopore di un mondo fatato.

Cangiano i colori dell’acqua,
smeraldo e turchese e zaffiro,
sotto le nubi spumose di sole,
appena le nebbie alzano il velo.

Risalgono le rande il Tivano,
garrule le prue fendono l’onda,
le sartie tinnano alla brezza,
cambia il bordo ad ogni sponda.

Il giorno arriverà che andrò via,
quel giorno lascerò il mio lago,
se vi accorgerete di una scia,
rossa, il mio cuore vi annega.
| sorgente: https://www.facebook.com/ – 20/03/2018

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