Vicari Amedeo



POESIA: Spes

Laggiù sul tetto del tutto, ritorner�
il lume caldo dell’esistenza,
la presenza indomita vermiglia.
Sotto l’arco trionfale del mondo
aspetta la sorridente fanciulla:
lei porge la candida mano,
ritornerà lì il vecchio mercenario
camminando poco e piano
a stringerla ancor.
Il cielo sarà di nuovo un palazzo
e la delicata rosa bianca
di nuovo regina,
sovrana degli umani errori.

Ma la notte del mattino,
fino alle stanche stanze ancora
sta; e tutto è un grigiume ombroso.
Senza riposo alcuno il mortale
siede sui cumuli della sorte.
Dolce è il tenero dilemma
del bimbo con la mamma:
l’innocente vita,
che comunque si ripeta,
per poco non fu triste.

Fisse le facce vecchie,
sono ossimori
di pene sconosciute e strani rumori;
nei cuori la pace burrascosa
che mai senza posa il giro
del fato sconquassa vorticosa.
E i potenti e i perdenti
Con il loro avvenire pingue,
non hanno che un volto comune:
ozioso e speranzoso.

Là si sente un suono di battaglia,
si scaglia la grande gloria futura.
Ma più che il trambusto del secolo,
lo senti bene e chiaro
il vano e fresco augurio
di una giovinetta mano.

| sorgente: https://www.google.it/ – 19/04/2018

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