POESIA:Forestieri della vita
La vita sullo schermo
In uno schermo un disegno
Disegnare il destino
Destinato ad interpretare ogni segno
Segno dopo segno vien la frase
Frase dopo frase si perde tempo
Il tempo è addizione d#039;attimi
Attimi felici prima che si chiuda il sipario
Il sipario deve chiudersi con un applauso
Applausi in un teatro di forestieri
Forestieri della vita – 27/05/2018
Mese: maggio 2018
sardo irene
POESIA:I suoi occhi paradiso
mutarono in inferno.
E come alberi
d’inverno,
mi spoglio di parole
che la lingua paura aveva a dire. – 27/05/2018
Robert Hodrick
POESIA:Na Nennella s#039;affaccia
e vede a Luna che riflette
#039;nsieme e Stelle ngopp
a n#039;acqua sfuggente
Io cammino sotto a stu cielo
e me fermo a guardà o munno:
Me manca l#039;aria
So#039; Stanco
A Nennella me chiama
Me domanda ma
nun rispondo
Stasera parla o#039; Viento
Me manca l#039;aria
So#039;Stanco
Stasera
L#039;anima che
Tutto Sopportava
Tutto a nu tratto s#039;è arres…
– 27/05/2018
Fusco Raffaele
POESIA:AD APRILE OGNI COSA NASCE OGNI COSA ARRIVA
LA PRIMAVERA PORTATA DALLA RONDINE CHE CANTA E SPERA
LA ROSA CHE DALL ALTRO CANTO FIERA SI RIVESTE
E IL MAR CHE DAL SUO FREDDO INVERNO FA SCOPPIAR TEMPESTE
MAGGIO SEI ARRIVATO PRESTO MA TENTAR NON NUOCE
PERCHE#039; IL MIO APRIL SOLTANTO MI HA RUBATO IL CUORE – 27/05/2018
Bonifati Mark
POESIA:
Ulisse e La Nuova Sirena
La notte insonne cantò d’Odisseo
incatenato, in nave viaggiante.
Scilla e Cariddi: bramar ‘l corteo
de le Sirene, di cui l’inebriante
canto e profumo volèa sentir
anche a pagar ‘l non far avante.
Egli sa che si potèa, sì, pentir
di aver riposto tal fatta Fede.
Or dalle Muse lasciarsi ghermir.
Il prode om, salpato da Itaca,
cor da pirata avèa nel profondo.
Non sapèa star già fermo su un’amaca
come fa l’om che non viaggia pe’l mondo.
La canoscenza non basta: virtute
d’Amor volèa, si, il meditabondo
anche a patir d’arresto battute
quando qualcosa, al cor, forte, lede
e le speranze, trafitte, stan mute.
Son gl’altri òmini, resi già sordi,
buoni per porgli ’l petto in catene.
Essi, che furono porci balordi
quando di Circe patiron le pene.
Come in prigion, sta fermo sul legno
de la sua nave, lui. A le Sirene
volge l’orecchio, Ulisse. È pregno
del disìo di averne mercede
e di quel suon udir qualche suo segno.
E attendèa di voci il tumulto:
saranno tante le marine code
di chi canterà , d’Amor, il virgulto
che Odisseo potrà farne ode.
Ma su lo scoglio vedèa una figura.
Una soltanto, specchiarsi: sua lode
ella facèa di sé stessa, voltura
com’ chi ne l’acqua del mare si vede
e si riosserva più senza paura.
«Oh uomo prode, che guardi smarrito!
Che? T’aspettavi, ‘no stormo di pesci?
Qui a cantar per far l’om impietrito
non serve più: da le catene esci».
«Quel che tu dici, oh ammaliatrice,
io già mi aspetto: che col ver tu mesci
il falso che, nel poema a Beatrice
il Sommo narra e al mare concede.
Nel dir di voce tua istigatrice».
E Odisseo, ancor in domanda:
«Ma chi tu sei, che in mare ti specchi?»
Come chi cerca qualcosa in landa,
nel setacciar, al trovar alza li occhi,
la Musa nuova gli squadra sì il viso
com’ chi cerca, tra’l crine, i pidocchi:
«Tu che ti temi dal canto mio ucciso,
fai come chi a question soprassede.
Io son la innocua Ninfa Narciso».
«Ah! Il Poeta avèa ragione:
mescoli ‘l falso col ver, oh bugiarda!
Credi che a me manchi la cognizione?
Narciso è uom, non donna beffarda».
La Musa a lui: «Questione di sesso
fai tu a me che son solo ‘na barda?
Cosa ne sa Amor ch’ama sé stesso
di uomo, donna, che tratto prevede?
Basta nel mar non veder ch’un riflesso».
Ed egli a Lei: «Perché mi riveli
che d’ammaliar cagione si è persa?»
Lei: «Superfluo è ch’io ora ti sveli
ch’il nostro canto è voce riversa
in ciò ch’è Amor: la Grande Illusione».
«Inver, già so. Ogni lacrima tersa:
son meglio le catene ‘n costrizione.
Amor c’ha nullo amato Amor ricede:
così dovèa esser la canzone».
«Se così parli hai già , si, compreso
il mal d’Amor che non è ricambiato.
Per cui da me non temer d’esser preso».
«Il Vero Amor mai è perdonato
d’Amor Narciso che ora tu incarni.
N’esce piuttosto e sempre sventrato
fin nel profondo, fin sotto le carni».
Per ver commossa, la Musa procede
come ‘l leon de la fiaba di Narni.
«Io che son Diva, ‘l tuo animo tristo
leggo da qui e ti porgo un abbraccio.
Oh uomo dal cor spezzato già visto
odi il discorso che ora ti faccio.
Sai, quell’Amor non ti torna al mittente
sol perché tutto ora gira a casaccio.
Ricorda, uomo: non sempre si sente
ciò che a rafforzar il cor provvede.
In qualche mo’ devi esser paziente».
«Io son paziente, oh Musa, invero
com’è paziente chi attende sul letto
medicamento oppure ‘n bel cero.
Pur tuttavia Amor ch’ ho nel petto
nemo può spegner come fosse fiamma.
Esso è ben oltre ogni rigetto».
La Diva lo cinge, com’ fosse mamma
e con le braccia lo stringe e intercede:
«Oh buon Ulisse, una rara gemma!»
E lui: «Oh Musa, in me non c’è festa
se dal mio amore lasciato son solo.
Pur sott’ i colpi del Tempo che resta
cambiar non può, qual che fosse il dolo.
Esso è di quei davvero profondi:
per quanto sangue il cor abbia scolo
in infiniti universi et mondi
esso non può che celar quella Fede
come quei bimbi da’ bei visi tondi».
«Oh buon Odisseo», dice la Musa,
«muover mi fai, io che amo me stessa.
Narciso sente, com’ fossero fusa
d’un gattino che, in una matassa
ne cerca il bando: è questo che sei.
Pagata hai, e cara, la tassa
per amar oltre i Campi Elisei
Orsù, torna insieme a Diomede
nel regno che fa di tre volte il sei».
L’Amore Narciso ancor si sporge
dov’era già prima che l’om errante
curiosità fe’ pe’l viso che sorge.
E Odisseo, che già fu amante
più che amato, riprende la nave
ma in catene resta dolorante.
Lontano va da dov’eran le Dive
che presso lo scoglio avèan sede.
Mute, però, in silenzio andante.
– 27/05/2018
Di Bello Annalisa
POESIA:EMOZIONI AL CHIARO DI LUNA
Regalami
un soffio di tenerezza
in questa notte di mare
che parla all#039;anima
col silenzio delle ombre.
Cercarmi in quest#039;angolo
dove l#039;attesa è dolce
giovane brezza
che sa di estate.
Saremo il respiro
che sfiora la pelle
occhi su un sogno
che ci seguirÃ
fino all#039;alba – 27/05/2018
Moretti Mila
POESIA:Notti in esubero
Quelle insonni
Il piede tormenta la gamba
Il braccio tormentato dalla mano
Il capo sul cuscino gibboso si gira
Il cuscino è vecchio
-lo devo cambiare- mormori da sola
La luna ti guarda ne senti la pietÃ
E te vecchia
Insonne
Nessuno ti cambia
– 27/05/2018
Gobbo Lorenzo
POESIA:Scatterò l’ultima fotografia
al silenzio che circonda il nostro
essere eterni.
Aspetterò negli spazi più angusti del cuore
un timore, un piccolo bagliore di paura pronto a renderti di nuovo felice.
Rimarrò seduto
su una piccola protuberanza rocciosa
in attesa di sapere il tuo sapore – 27/05/2018
STRAZZANTI KETTY
POESIA:
LUNGA NOTTE
Risonanze lontane di echi vicini,
viaggiano nell’aria,
si dissolvono incantevoli.
Vibra il tranquillo con docile silenzio, offuscando il sereno;
lunga è la notte…il resto vicino.
(Ketty Strazzanti) – 27/05/2018
Dessi Lucia
POESIA:ABBRACCI : Se il tuo abbraccio, fosse fatto di carta, volerebbe al primo soffio di vento. Se il tuo abbraccio, fosse fatto di fronde, abbracceresti tutte le mie chiome. Se anche il tuo abbraccio, fosse fatto di piume, voleresti con me, come un gabbiano che sfiora il mare, verso nuovi mondi, per non tornare più… – 27/05/2018