Missiato Elisabetta

POESIA: Il topolino morto.

Non mi sono mai piaciute le domeniche mattina,
ma quella domenica mattina vidi un topolino morto.
Era proprio lì,
disteso sul tombino sotto casa mia.
Pensai a quanto era buffo:
un topo grigio morto su un tombino grigio topo.
Lo osservai bene per dieci minuti:
ogni parte di quell’immagine mi affascinava.
Il ventre bianchissimo, quasi trasparente;
le sue manine affusolate che parevano quelle di un neonato.
Chi passava di lì lo guardava con disgusto e distoglieva lo sguardo.
Io no.
Diedi a quel piccolo topo morto uno scorcio del mio tempo:
quale essere non merita questa attenzione?
Così me ne stavo lì in piedi, in quella giornata uggiosa,
a fissare la creaturina deceduta.
Mi chiesi come si sentiva.
Ma lo sapevo già.
Lo sapevo perché il vento forte che soffiava in quella giornata non mi spostava affatto.
Il vento di nessuna giornata mi spostava.
Il vicino di casa, passando con la macchina, schiacciò il topolino.
Non se ne accorse nemmeno.
Chi si accorge di aver schiacciato un topolino già morto su un tombino?
Inclinai la testa come se questo mi avrebbe aiutato a ricomporre mentalmente i pezzi.
Feci qualche passo indietro e lo stesso vicino, sempre passando con la macchina,
mi schizzò con le ruote l’acqua piovana rimasta sull’asfalto grigio e le gocce mi coprirono l’impermeabile e il viso.
Rimasi immobile, come il topo.
Perché come lui non avevo provato niente.
L’unica differenza era che lui era morto, mentre i miei organi erano ancora palpitanti.
Così mi chiesi se investendo anche me, il vicino non si sarebbe accorto di nulla.
Non volli verificare.
Il giorno dopo, a scuola, raccontai ai compagni del topolino:
mi dissero che quella scena era macabra.
Pensai che si sbagliavano.
C’era della bellezza in quel topolino,
una bellezza che solo un topolino morto su un tombino poteva avere.
Poi mi fermai un attimo a pensare se quell’immagine sarebbe stata ugualmente bella se il topolino non fosse morto proprio lì, in quel preciso tombino, in quella esatta posizione.
Mi risposi di no.

Di tanto in tanto ripenso al topolino.
Mi guardo le mani e rivedo le sue dita sottili.
Sono distesa sul letto con il ventre trasparente.
Sono il topolino morto.
Lo sono sempre stata.
| sorgente: https://www.google.it/ – 28/12/2017

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Perozzi Salvatore

POESIA: Quando il mare ce l’hai dentro…
Quando il mare ce l’hai dentro,
È la tua isola felice, corri, ridi, gioca segui le onde fai ciò che dice…
Quando il mare ce l’hai dentro,
lo porti ovunque, eppure, su quella spiaggia non porti chiunque..
Quando il mare ce l’hai dentro,
lo senti sotto pelle, non esiste più confine, è cielo, è luna, è stelle…
Quando il mare ce l’hai dentro,
Lo puoi udire, e devi andare, ci devi parlare, abbandonati, lascialo fare, lascialo fare..
Quando il mare ce l’hai dentro,
è quiete e anche tempesta, è un sorriso, uno scorcio di sole per far tacer la testa..
Quando il mare ce l’hai dentro,
è vita come sabbia tra le dita, lo puoi sentire il suo richiamo, sentirti preso per mano…
Quando il mare ce l’hai dentro,
puoi incontrarlo in paio d’occhi, sulla riva della vita, tra un battito di anima e un battito di ciglia…
Quando il mare c’è l’hai dentro e la vita tra le onde un regalo vuole fare,
l’infinito, è farti incontrare chi nell’universo come te, porta dentro il mare… | sorgente: https://www.google.it/ – 28/12/2017

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donati chiara

POESIA: CASCHETTO

M’hai amata
Per il tempo d’un caschetto.
Per un battito d’ali, di ciglia, di farfalla
Di chiome svolazzanti
– Le nostre mani intrecciate
Ricordo, saettanti
I nostri cuori addossati
Risogno, inebrianti –

Quanto ho creduto di volare
Per il tempo infinito d’un caschetto!
I miei capelli
Così giocondi e corti e leggeri sbarazzini
I tuoi capelli
Così galanti e vorticosi e arguti malandrini

M’hai amata
Per il tempo d’un caschetto.
Per uno schiocco delle dita
Al termine del quale
Mi sono ritrovata
A mani vuote.

M’hai amato così poco, così tanto
Per il tempo d’un caschetto, il Mio soltanto.
Ora, tempo ne è passato
E il mio caschetto non c’è più
E come le radici d’una sequoia
I miei sofferti capelli lunghi
Si sono abbarbicati alla convinzione
Che non t’amo più.

M’hai amata
Per il tempo d’un caschetto.
Perdonami,
Se dal pulpito della mia frangia
O della mia coda di cavallo
Sceglierò
Di amare qualcun altro.
Per il tempo non
D’un caschetto o boccolo soltanto

Ma d’un’intensa vita accanto.
| sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 28/12/2017

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siligardi raffaella

POESIA: ho ritrovato un vecchio quaderno
dove ho scritto le frasi della vita,
dove ho scritto i battiti del mio cuore..
volevo affetto
ho trovato il pianto
ma nel vecchio quaderno
c’era anche il sorriso
che mi indicava il sentiero della vita,
c’era un fiore
che bagnato di giovane rugiada
sbocciava nei miei pensieri.
leggendo quel quaderno
non provavo vergogna
non provavo rabbia,
c’era scritto la mia vita!
i miei sogni!
ho letto anche del cuore innamorato,
del pianto felice
quando il dolore è stato sconfitto.
dei tanti pensieri biricchini
anche il dolore ho visto tra le righe,
ho visto una cosa bellissima,
gratificante,
ero un poeta!
cantavo i miei sogni
i miei pensieri
che cominciavano a parlare il linguaggio dell’amore,
scrivevo rime e parole belle,
vedevo la vita cambiare,
imparare il rispetto
imparare la vita..
ho perso quel quaderno
ma nel cuore è rimasto l’amore
è rimasta la gioia,
è rimasto quel fiore
che mi ricorda
che il passato è passato,
ora è la vita nel mio cuore,
ora solo amore nel mio piccolo cuore. – 28/12/2017

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Autuori Matteo

POESIA: INNO ALLE POESIE PERDUTE

Una moltitudine di lettere…
parole alla rinfusa
tutte dentro un grosso sacco,
sigillato,
che continua a gonfiarsi,
a riempirsi di concetti,
versi illogici,
caratteri e spazi infiniti.
Poi un’esplosione,
fragorosa,
dirompente,
schizzi d’ispirazione ovunque…
scorrono nel cranio
fluendo in un unico rabbioso torrente,
un flusso spumoso e variopinto
che lambisce muscoli,
fasci di nervi tesi,
spirito e sentimenti.
E’ musica,
che nasce e riecheggia dentro…
l’uomo è solo il mezzo,
la cassa armonica imperfetta
che vibra di strofe confuse,
imbevuto ormai fino al midollo
di quel profano succo
che è olio essenziale d’ispirazione.
Ma quando tutto ciò non avviene,
quando le imponenti dighe di vita
fermano la folle corsa delle emozioni
è il momento in cui nascono loro,
le poesie mai scritte,
quelle che nessuno leggerà…
quelle che vivranno per sempre ignote,
rinchiuse in quel sacco cerebrale
che sarà per loro
caotica prigione. | sorgente: http://www.poetipoesia.com/concorso-poeti-e-poesia/ – 28/12/2017

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Scaglioni Andrea

POESIA: Dopo aver messo sottospirito i miei dolori ed avere vomitato parole dentro ad un bicchiere ormai vuoto e appanato dal mio fiato corto ho deciso di saltare in sella alle mie passioni sempre più in ritardo come la Luna che stanca si veste per apparire… | sorgente: http://m.facebook.com/ – 28/12/2017

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Manganici Veronica

POESIA: ATTESA

L’ENERGIA DELl’INIZIO SI DIPANA
COME LE ONDE DEL MARE CHE SPINGONO VERSO LA RIVA
SU GRANELLI DI SABBIA RUVIDI
SPUMA DI BRIVIDI GELIDI
QUELL’IMMAGINE CHE NON SCOMPARE
RIAPPARE IN OGNI ISTANTE
PESANTE,COSTANTE
GIRANO I CERCHI DI QUESTA MACCHINA CHIAMATA
GIORNI, ORE , ATTIMI NON VISSUTI CON TE
NARRAVA L’AMICO DELL’UNIVERSO E’ RELATIVO IL TEMPO
LE LANCETTE NON SCORRONO
SE ATTENDI E PENSI COME SARà,
VEDERE I NOSTRI CORPI CHE UNITI
RIACCENDONO QUEL TEMPO LENTO
DI UN GRAN LAMENTO CHE E’ STATO SPENTO
PER UN PO’. | sorgente: https://www.google.it/ – 28/12/2017

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Versaci Andrea

POESIA: Occhi pieni di luce scintillano sotto il sole.

Luce di vita e passione
fa nascere un sorriso eterno.

Mi perdo nei tuoi occhi come guardando il mare. | sorgente: https://m.facebook.com/ – 28/12/2017

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Gori Mariachiara

POESIA: XXXVI.

Mondo,
clangore,
spada tratta
vigore.
Buoni propositi.
Grandi speranze:
sopravvivrò
a me
stessa,
verdi colline
candide stanze.

| sorgente: https://www.google.it/ – 28/12/2017

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