POESIA: Sordi, hanno continuato ad accettare con fredda rassegnazione, mortale apatia, infinita stanchezza.
Caviglie sottili lunghe dita affusolate mani incapaci di bloccare palpebre pesanti accecate dal silenzio- silenzio di seni decadenti marci- silenzio di uomini finiti e probabilmente mai esistiti veramente- uomini ammassati incanalati in dedali eccessivamente stretti inevitabilmente scomodi e inadatti alla grandezza di questa vita che dicono sia infidamente egoista. Glacialmente calcolatrice.
Tuttavia fu lei, in preda ad impeti di generosità lucente, a sperare invano in quegli sguardi spenti. Invitandoli, incitandoli con assordanti inni a liberarsi delle loro catene che con troppa convinzione ognuno di essi aveva per se stesso forgiato, rimanendo nell’ombra, nella trasparente e fitta ombra che tutto annienta, rendendo ininfluente anche il più piccolo degli spiragli vitali.
Li chiama, li cerca, li sfida nella sua visibile consapevolezza che solo l’esperienza ha saputo regalarle, di essere lei sola, magnifica stella lucente, a poter riservare quel beffardo ultimo sorriso, umiliante anche per il più nobile degli uomini.
Ma stavolta no. Non oggi dea straziante. Ridi se vuoi. Sappi che avrai una eco al tuo fianco.
Rimani in silenzio se preferisci, mi vedrai simulare stupefatto della tua pesante assenza.
Conoscerò il modo migliore per elogiare la tua nascita, ninfa solitaria, ed io questa notte voglio solo darti più fiducia di quanto tu ne abbia mai concessa a te stessa.
Lascio questi corpi inutilmente nudi, deformi, ingombranti, scegliendo la strada che mi indicasti gelosamente sentendoti obbligata a farlo. – 30/01/2017
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