Roberto Russo



POESIA: Mi radico in te
Ti guardo e mi dico: eccomi, sono uno di voi!
Spesso mi parli di una storia violenta e inaccessibile. Esulto della tua forza e della volontà accesa dalla tua profondità. Esprimono tutto di te.
Ma ecco che giunge l’onda, si allontana, ritorna, si gonfia, tace.
Affondo i miei piedi nella sabbia nera ed accarezzo la madre terra nella quale mi radico.
Come un albero dalla pelle ruvida, asciugata e stanca non può sfuggire dal suo attaccamento alla terra, io divento un moncone di speranza, un tronco isolato e tagliente, che alita vita senza tempo.
Il sole si nasconde ed ogni cosa si fa scura e silente. L’ombra prende vita ed inizia a parlarmi.
Lontano sento il vento che maestosamente governa questo luogo e tutti i suoi abitanti.
Pendii smarriti in salite solitarie, limpida linfa che dal midollo sale e sale della terra che dalla Terra sale.
Vorrei affrontare questo viaggio al centro della Terra e poi, insieme al fuoco, catapultato dai gorghi di una bocca stanca, dar libero sfogo alle esigenze della terra.
“Rispetto”, chiese l’albero alla lava che silenziosamente avanzava, ma la terra rispose: “Non puoi arrestare il corso degli eventi. In natura vige la legge del più forte!”.
Quando ti plachi però posso ascoltare il silenzio che cercavo e che non è mai abbastanza.
In questo paesaggio lunare, avverto una staticità in movimento. Sono riuscito a vedere la luce del Sole, grazie ad un istinto di conservazione che qui ritrovo senza eguali.
Ad un tratto sento il canto di un uccello che sembra volermi dire: “Non preoccuparti, ci sono qua io a guardia del bosco. Lasciati andare”. – 06/02/2017

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