Matteo De Pascalis



POESIA: Vita breve

Cresciuto in una camera oscura,
accecante come un flash
e duraturo allo stesso modo,
lungo una sola direzione, purtroppo.
Riempie la bocca, gli occhi e la testa
perso in un bacio prima e
in una scopata poi, tristemente.
Una moneta con due facce uguali,
immaginando cosa sarebbe successo,
se fosse rimasta in piedi,
almeno una volta, avrei soffiato
per farla cadere dalla parte giusta, la tua.
Rubare una foto all’Amore e tenerla lì,
per non sgualcirla, rovinarla
o bagnarla con lacrime di miele,
inutili per far crescere il seme di un Noi
mai piantato, in primavera.
Un elastico che non si rompe
per quanto possa essere tirato,
che ritorna ogni volta e
lascia segni sulle dita,
indelebili, le stesse che hanno capito,
un giorno ormai lontano,
cosa vuol dire toccare,
dopo aver accarezzato il tuo volto,
le tue labbra appena schiuse
che chiedevano un bacio ancora,
per favore.
Ridotto, chissà come e con che meriti,
ad elemosinare un pó del tuo tempo,
un pó della tua attenzione, adesso di altri,
gli stessi che una volta “non avranno nemmeno un minuto di me”,
imparagonabili, dal verbo,
a quello che era nato e adesso morto,
prima dato e adesso tolto,
a due cuori spesso racchiusi uno nell’altro.
Emozioni che vivo per due, ora,
troppe per il mio petto,
che adesso è pesante e pieno
del più doloroso punto di domanda mai scritto dalla mia inutile testa pensante che, ancora, spinge via chiunque altra perché loro non sono te,
ancora una fottuta volta
governa una mano capace di scrivere solo di te,
e follemente,
continuo ad amarti,
ti amo ogni oggi più di ogni ieri. – 07/02/2017

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