Elena Nen

POESIA: CON PASSI LUNGHI HO CAVALCATO IL TEMPO

Con passi lunghi ho cavalcato il tempo,
andando sempre contro il vento.
Con passi lunghi l’infanzia è andata,
scritta su foglio di carta, arrotolata.
Buttata poi nel angolo più buio, dimenticata.

Con passi lunghi ho cavalcato il tempo,
ho perso cose belle, cose vere.
L’adolescenza ti mette alla prova,
vince chi rallenta, chi la vita frena.
Il piede mio accelera, oltre confini vola.

Con passi lunghi ho cavalcato il tempo,
come una conchiglia senza il suo guscio.
E ho volato come un aquila, verso la liberta,
con il desiderio di un malato verso la vita.
Sprofondando nella vicissitudine tristezza.

Con passi lunghi ho cavalcato il tempo,
bruciando le più belle tappe della vita.
Come un libro che volto le pagine in fretta,
lasciandomi portare dall’euforia, via.
Pensando di conoscere il volere dell’anima.

Con passi lunghi ho cavalcato il tempo,
prendendo una strada senza ritorno.
Adesso ferma, su un letto, immobile io sento
Il tintinnio delle macchine che mi tiene in vita,
col desiderio di ritornare indietro e,
a passi corti, assaporare la mia vita.

Elena Nen – 07/02/2017

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GIUSEPPE ASARO

POESIA: AUTUNNO

Il tuo silenzio quieta il mare
E spoglia gli alberi.
No,non è muto, ma pieno di parole,
Che il vento non può trattenere.
Le foglie assecondano il tuo lamento
e cadono secche e inermi al calpestio
di chi rincorre la propria solitudine.
Lo so non ti piace essere quiete
tra la stagione del sole
e la fredda e umida nube.
Il ciclo delle stagioni ti
ha affidato tale ingrato compito,
come noi soffriamo la calda stagione
di una effimera gioventù
– 07/02/2017

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Giulia Scarpato

POESIA: Ho l’odore del pane alle olive

Quel giorno il pane appena sfornato perse il suo profumo; la gente non lo comprò più.
Ma, credetemi, se vi dico che quel pane odorava. Eccome se odorava!
Aveva il profumo dell’ultimo giorno di mare e del primo bacio che mia madre mi diede.
Erano le persone che non potevano più cogliere quel meraviglioso odore: avevano perso il loro Amore.
Avevano le mani per toccare, ma erano mani che toccano e non sentono più.
Anch’io, come loro, persi il tatto, l’identità.
Si guardavano allo specchio,
tutti allo stesso modo:
corpi.
Corpi che oscillano, che vagano vuoti.
Io persi gli abiti: ero nuda di fronte al mondo
e i miei difetti erano lì, sbattuti in faccia a tutti.
Persi tutto, tutta me,
persi gli altri, persi lui e persi di nuovo tutto.
Senza te ho perso il nord.
Avanzo, perché altro non so fare,
ma ignoro la strada,
mi inabisso nel vuoto
e cedo.
Fu così che mi arresi ed, ormai in ginocchio, piansi.
Parlai ai passanti e gli insegnai che,
solo perdendosi un po’, si riesce finalmente a trovarsi.
Io sapevo dov’ero:
quello era il posto in cui mi inginocchiai e piansi.
Non mi occorreva più alcun vestito
o una mano da stringere
o una bussola.
Quel giorno guardai avanti, toccai una vetrina che mi rifletteva
e sentii il calore del vetro, il rumore del vento
e sorrisi, perché sapevo cosa volevo.
Entrai in quella piccola bottega e comprai del pane alle olive.
Aveva il suo profumo, ma sembrava diverso…
come se lo conoscessi da una vita.
Forse odorava di me. – 07/02/2017

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Pietro Tafuto

POESIA: Serenamente percorro
la mia rovina.
Passa l’autunno
su tutto trionfa la terra.
Tornerà la primavera
per qualcun’altro.
Ma tu resta qui
che se è vivere
il volo di una foglia
tu sei vento. – 07/02/2017

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monique zou

POESIA: LA STANZA BUIA,

La stanza buia, vado a letto
Da molti anni, freddo e vuoto,
Mi manchi e accendo la luce,
Mi sdraio,mi segno della croce,
io sono a quattro passi da te,
Ma un’altra giace accanto a te…
Mi volto verso il comodino,
Il rosario, che fa da corona
Alla nostra foto, s’illumina
Per fluorescenza, è l’Amore:
Il mio, che mai non muore,
Cosi mi riscaldo lentamente,
E’ uno scherzo della mente?
Con tutti ricordi del passato,
Sento che mi sei accanto… – 07/02/2017

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Marco Marziali

POESIA: Metro-polis

Il treno si è fermato
Nel cuore della cittÃ
dei suoi sassi
delle pietre scolpite da duemila anni
si è fermato.
Riemergo
in mezzo alla storia
cammino
guardo
respiro.
La bellezza che ci salverà è questa?

Perché il mio amore
Per te
Quello che mi ha strappato
a mia madre
oggi
si è spento?
Almeno per oggi
non ti voglio
Non ti voglio più guardare.

Non voglio le tue luci
Misere luminarie dell’uomo
Il tuo trucco
sopra la pelle sporca
Guardo per terra
Vedo escrementi di uomo
e di cane.

Eppure dovrei essere felice
Perché ancora
Qualcuno mi ha detto
di si.
Mi ha accolto
Ha ascoltato
l’anima
il mio respiro
Lo ha detto
a miei falsi progetti
Lo ha detto
alle mie paure.

Ma io oggi
percorrendo la tua
bellezza sfiorita
Accarezzo i tuoi seni retratti
La tua pelle ruvida
I tuoi fianchi larghi
di città che si prostituisce
ogni giorno
Consapevolmente.

Io oggi penso solo a Yao
Venuta da oriente
Solo per la tua bellezza
Per capire il sogno
Tu
come una maitresse
l’hai portata fuori
L’hai spinta sul tremo
Sotto il treno della disperazione
Dove vivono i dimenticati
I dimenticati
da Dio.
– 07/02/2017

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Maria Musumeci Maria

POESIA: E’ di notte che vivo la vita più profonda
Tengo di riserva un rosso, per tingere le pareti
E con addosso un mantello
Oso nei vicoli
Con passi solitari
E silenziosi
Percorro vie
E vedo finestre chiuse
Che aspettano solo di essere baciate
Dalla luce di una nuova alba – 07/02/2017

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Vincenzo Sagona

POESIA: CANTO NOTTURNO
Per quante notti, taciturna luna,
t’ho fatto compagnia,
cantando il mio silezio
col tuo silenzio amico in armonia,
vago di te, tra il sole che ci irride,
e l’infinita lacuna dell’ombra…

Più, a te, che sola vai
per la tua traccia eterna,
nessun errante, attonito, t’invola
cuore o pensiero ormai,
perla contaminata, affievolita
lucerna, sola, desolata dea.

Forse, or, solo io ti sento; or più fraterna
che ai miei anni fiorenti,
qua, sulla terra della tua marea e
dei fremiti viventi.

Tu sai che, mentre in me
s’ impruna il desiderio,
verrò cantando ancora il mio silenzio
con te, e per sempre, immacolata luna. – 07/02/2017

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