Marina Giovannelli



POESIA: per Nicolò
che non voleva
imparare l’alfabeto

Il custode

C’era e non c’era quando fluttuavano sussurri senz’alba né tramonti né variazioni d’ombra nel tepore avvolgente. C’era con gli occhi chiusi immerso nel paradiso aperto dell’indeterminato. Non c’era per nessuno se non per quella voce che gli viveva chiara e si scioglieva in onde circolari
ai margini del vaso.

Ai margini del vaso nel nido opalescente dove si componevano a ritroso polvere di asteroidi memoria di comete fino alla sinfonia delle galassie fino all’estremo prima di ogni prima
fino al soffio fatale.

Fino al soffio fatale custodito nel cavo nella nota indelebile dispiegata in concentrici assoli trattenuta in germogli di stupiti silenzi liberata nel grido di meraviglia e pena davanti al mondo sconosciuto.

Del mondo sconosciuto apprendeva i segreti, li prendeva da labbra dolci come mani strette sul melograno da succhiare col nettare del nome parole dure e tonde da gustare da custodire intatte nella gola sicure come il latte della vita finché la vita è
memore del latte.

per Nicolò
che non voleva
imparare l’alfabeto

Il custode

C’era e non c’era quando fluttuavano sussurri senz’alba né tramonti né variazioni d’ombra nel tepore avvolgente. C’era con gli occhi chiusi immerso nel paradiso aperto dell’indeterminato. Non c’era per nessuno se non per quella voce che gli viveva chiara e si scioglieva in onde circolari
ai margini del vaso.

Ai margini del vaso nel nido opalescente dove si componevano a ritroso polvere di asteroidi memoria di comete fino alla sinfonia delle galassie fino all’estremo prima di ogni prima
fino al soffio fatale.

Fino al soffio fatale custodito nel cavo nella nota indelebile dispiegata in concentrici assoli trattenuta in germogli di stupiti silenzi liberata nel grido di meraviglia e pena davanti al mondo sconosciuto.

Del mondo sconosciuto apprendeva i segreti, li prendeva da labbra dolci come mani strette sul melograno da succhiare col nettare del nome parole dure e tonde da gustare da custodire intatte nella gola sicure come il latte della vita finché la vita è memore del latte.

– 16/03/2017

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