Fernando Lavezzi



POESIA: Viviamo sulla superficie della nostra esistenza,
e non ci accorgiamo di quanto le prospettive e i modi dell’essere,
vadano oltre al nostro orizzonte mentale.
Non ci accorgiamo di come il modo nasconda l’effettivo,
di come l’apparire copra il reale di noi stessi.
L’ultimo scopo a cui crediamo diventa il tradire lo stato del mondo
con illusioni e false ristampe di vecchie news incatrapecorite.
Il reale nel frattempo scorre a fianco a noi,
inosservato e insignificante, nascosto e distratto agli occhi dei più.
Momenti che passano. Rumori cosmologici che poco interessano all’uomo.

Il sentiero si allontanava dalle pendici del monte.
Lento e inesorabile il passo mi portava verso la pianura,
mentre il primo vagito della luce mattutina
già prospettava una giornata impossibile.
Lentamente il rumore dell’universo si alza,
fino ad accecarmi con la sua inaudita intangibilità.
I passi del tempo svaniscono dalle mie mani,
briciole di secondi, rimangono sul tavolo dei ricordi,
pronte ad essere raccolte e consumate.
Il tavolo imbandito ormai non è più.
Lasciando il posto a un campo arso e consumato dal sole.
– 21/03/2017

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