MARIA TERESA MANTA

POESIA: PER NON DIMENTICARE i 350.000 ESULI, 20.000 ITALIANI INFOIBATI

Mi hanno gettato in una buca oscura della profonda terra

come si lancia un sasso nel mare,

con violenza e forza malvagia e inaudita,

quel giorno che incontrai satana in sembianza di uomo

e non era solo, neppure io lo ero.

Una moltitudine mi accompagnava di uomini, donne,

bambini e vecchi, tutti tremanti, gli occhi inorriditi,

le gambe stanche, tremolanti …

Ci tiravano come fossero sacchi, a forza, barcollanti verso

la campagna che divenne muta, neppure un cinguettio

e in quel silenzio di paura ci spingevano e picchiavano

e strattonavano.

Provai a dare conforto al mio vicino, era solo un bambino,

piangeva, cercava la sua mamma che non c’era, singhiozzava

soltanto e girava gli occhi di terrore pieni, nulla frenava

quello straziante pianto di piccolino diventato uomo

in quell’orrore impietoso che gli fece capire quanto male

c’era in quel mondo violento in cui si era trovato.

Gli tendevo la mano, un colpo sul polso, un dolore immenso,

il sangue che colava sulle dita, svenni se mi ricordo …

Mi svegliai che era buio e freddo e umido, sentii dei lamenti

intorno corpi nudi e freddi e senza vita, solo morte e

quel bambino, ceruleo il volto, braccia e gambe spezzate

sparso tra le pietre e fradicia di sangue la terra.

Qualcuno flebilmente chiedeva aiuto, qualcun altro pregava …

Vedevo lontano il chiarore del cielo.

Fino all’ultimo guardai quella luce, lontana, irraggiungibile

tesi la mano, mi cadde il braccio accanto …

E’ in fondo a quella profonda foiba che son morta e nessuno

a cercarmi per anni, poi l’atroce scoperta di noi, di tanti,

di Istria, Venezia Giulia, Dalmazia uccisi, ci chiamavano diversi

ed eravamo UGUALI , anzi no : NOI avevamo il cuore!

– 20/03/2017

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Andrea F

POESIA: Grande geronte

mortalitÃ
resa palpabile alla mia vitÃ
una foto sbiadita
barattolo di storie infinite
e pelle di seta

figlia delle figlie
padre dei padri
riuscirai a non avere paura?

un calamaio rovesciato su un banco
un centometrista ormai stanco
ostinato il sorriso sulla faccia
mentre il fiato corto li t’impicca
allor ti fermi, non hai fretta
sordo, tripode elegante

figlia delle figlie
padre dei padri
riuscirai a non aver paura?

sempre il rimpianto
di aver mangiato insieme poco tempo
pungerà la mia schiena
solo ogni tanto
spunterai dalla mia bocca
come fior a primavera
vivace e leggero
senso di mancanza
stupito resterò
nonostante la distanza
nel scoprirti cosi vivo
al mio pensiero
bello alto
come un divo americano

figlia delle figlie
padre dei padri
dimmi che non avrai paura
– 20/03/2017

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Daniela Bonini

POESIA: Amore fra dissimili. Ho visto una farfalla posarsi su un fiore non l’ho toccata sarebbe volata avrei cosi rovinato l’amore che stava nascendo fra la farfalla e il fiore – 20/03/2017

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Ferraro Annamaria

POESIA: Titolo Disegno d’amore di Ferraro Annamaria. Se ti disegnassi in questo istante saresti qui con me, seduta su una sedia a dondolo oppure in piedi mentre prendi un libro ,in ogni modo è in ogni luogo.La mia matita non conosce altre righe e angolature che quelle distese entrambe sulla riva del mare,a guardare le stelle tenendoci abbracciate.Ma se ti disegno con l inchiostro del mio sangue , sarà per sempre indelebile, quel nostro ritratto dipinto di un blu bianco che, amalgamandosi , diventa azzurro come il cielo che è dentro le nostre anime – 20/03/2017

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Eduarda Donato

POESIA: E SEI…
E sei l’ alba
che si affaccia sul mio primo pensiero
e sei quel sogno
che nella notte cerca il mio respiro
e sei quell’ attimo
che palpita nell’ infinito
e sei un vento
che culla emozioni e tempeste
e sei la voce dei silenzi dell’ anima
e sei il respiro di attese sospese nel nulla
e sei quel tempo che non ha tempo
e sei…semplicemente l’ amore – 20/03/2017

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Massimo Bernardi

POESIA: PETALI SPARSI

E poi lui ritorna da una fuga nel west
all’ora esatta del pranzo domenicale
la giacca appesa la Colt nella fodera
stanco di avventure corsare anche per oggi
lei che nell’attesa ha predisposto
i fiori freschi sulla tovaglia immacolata
il profumo caldo che arriva dal forno
di cose buone di antica fragranza

ci sono cavalli incredibili al di là del fiume
spettacoli equestri sotto tende di seta
con gemelli siamesi e ballerini tzigani
che attraversano il fuoco danzando
(e donne mai viste dalla pelle di pesca
con trecce d’oro che arrivano ai seni)
vorrebbe aggiungere ma si trattiene
lascia cadere il discorso sfogliando distratto
le notizie di cronaca sul quotidiano
lei che lo ascolta in silenzio intuisce
il peso dei giorni degli anni che vanno
nei dettagli non detti nei puntini sospesi
sui fiori la leggera penombra di un presagio

trema la mano di lei mentre gli versa da bere
vino rosso da una brocca d’argilla sbrecciata
nel silenzio fradicio di umiditÃ
lui ha pensieri che galoppano altrove
domani vuol tornare nel west
a inseguire altri sogni a cavallo
lei si sente un po’ fuori dal quadro
specchio rotto che riflette l’assenza

domani nel west pensa a me
non abbagliarti al fuoco delle sirene
domani nel west porta me
andremo al circo sotto la tenda di seta
cavalcheremo liberi fianco a fianco
su purosangue di nobile stirpe
vorrebbe dirgli ma invece tace
raccoglie i petali sparsi caduti nel frattempo
dalla tovaglia rossa intrisa di vino

lui è un fantasma che vaga nel buio
dai passi incerti nella nebbia
solo un faro due fari in lontananza
gli occhi di lei puntati dentro
a cercargli l’anima

– 20/03/2017

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felice risi

POESIA: immobili meriggi
di cani vagabondi in cerca
di fontane e pozze d’acqua
nel sopito dopo pranzo
anche le cicale tacciono
passeggio nei meriggi
paesaggi e tratteggi
ricordi di maggio
ed è già agosto – 20/03/2017

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Gianluca Carrabba

POESIA: I ciliegi esplodono
i ciliegi urlano il loro colore fragile
i ciliegi baciano il cielo infinito ed hanno feconde labbra di fiore
I ciliegi esplodono
.i ciliegi urlano il loro colore fragile
i ciliegi baciano il cielo infinito ed hanno feconde labbra di fiore. – 20/03/2017

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Maria Concetta Ascione

POESIA: Se questo fu un uomo

Nella morsa del gelo mattutino
si glacia anche il pensiero.
La luce del sole è senza calore
sul viso sferzato dalla tramontana.
Nella rientranza di un portone antico,
nel silenzio indifferente
del cieco abbandono
giace il corpo di un uomo
incartato
come un pacco malfatto.

Se questo fu un uomo
perché non l’abbiamo visto?
Si muoveva invisibile e muto
tra incessanti flussi di sagome,
che afferrano senza guardare,
che oltrepassano senza vedere,
frementi di ingorda cupidigia.

Se questo fu un uomo
perché l’abbiamo abbandonato?
Il requiem che gli recitiamo
è l’urlo stanco
di una sirena che accosta .
Senza urgenza.
Senza premura .

– 20/03/2017

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daniela viarigi

POESIA: LA MIA PARTE MIGLIORE

Sta per nascere il giorno
non nego la felicitÃ
di un tremito di luce
fra foglie ondeggianti
che bella sensazione di appagamento
sapere
che si è fatta la cosa giusta…
tutto è chiaro
l’ombra si rintana
per un attimo.

Ma nell’andare della malinconia
è la mia parte migliore
in quell’andare
dove nulla è così importante
da restare per sempre..
dove
afferrare gli attimi
e farli diventare eterni,
cogliere
ciò che poteva essere
e non è stato

Nasce qui
l’inquietudine del vivere,
quella sottile voce
che scuote
quando
ti avvicini troppo
alla pienezza
e sorridendo
ti distoglie lo sguardo
per non soffrire.

– 20/03/2017

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