Vania Galassi



POESIA: NELLA FOSSA DEI SERPENTI

Non rispose la dama nera al tuo richiamo
quel ventotto di marzo.
Ironica e spietata non accettò una vittima volontaria.
Solo lei doveva decidere il momento e l’ora fatale.
Ti chiuse la porta del suo nero palazzo
gettandoti nella fossa dei serpenti
dove trovasti altre donne
a cui aveva rifiutato il sonno estremo dell’oblio.
Dei letti e le membra legate
per contenere la protesta contro la società dei “sani”
e le sue regole che non ammettono ribellioni.
Non puoi gridare
laggiù nella fossa dei serpenti
non puoi gridare che sei stanca di odiare,
che il tuo uomo ti ha abbandonata
che non hai il pane
per sfamare le bocche avide dei tuoi figli.
Ma loro ti guariranno:
l’elettroshock cancellerà dalla tua mente
la voglia di un mondo pulito,
la pretesa di valere per quello che sei
e non per quello che hai.
Quando la porta di ferro aprirà i suoi battenti,
non piangerai più perché il mare non è azzurro,
non soffrirai perché il tuo simile non è tuo fratello:
E con il cuore indurito
e un’identità nuova
sarai finalmente ricostruita
per essere accolta nella società dei “folli”.
Ma laggiù, nella fossa dei serpenti
si continuerà a piangere e a pagare
finché tutti non avranno superato
l’esame dell’impassibilità e dell’indifferenza,
finché tutti i sani non saranno diventati folli.
– 17/04/2017

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