POESIA: Il cadavere del nemico
Lo Stige scorre lento, senza fretta.
Nessuno s’è mai chiesto dove nasca,
né tantomeno dove defluisca.
Specchio delle coscienze, non alletta
il traversarlo stretti in una chiatta.
Non c’è migliore fiume a chi ambisca,
seduto sulla riva tetra e fosca,
attendere l’arrivo di una netta
visione del cadavere nemico.
Lo guardi soddisfatto, non sorride
e trasalendo lui capisce poco.
“Sei morto, sei diretto verso l’Ade,
la mia pazienza non ha preso fuoco,
ho atteso calmo, dimmi: quanto rode”?
– 18/04/2017
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