mario de vecchis



POESIA: Il cadavere del nemico

Lo Stige scorre lento, senza fretta.
Nessuno s’è mai chiesto dove nasca,
né tantomeno dove defluisca.
Specchio delle coscienze, non alletta

il traversarlo stretti in una chiatta.
Non c’è migliore fiume a chi ambisca,
seduto sulla riva tetra e fosca,
attendere l’arrivo di una netta

visione del cadavere nemico.
Lo guardi soddisfatto, non sorride
e trasalendo lui capisce poco.

“Sei morto, sei diretto verso l’Ade,
la mia pazienza non ha preso fuoco,
ho atteso calmo, dimmi: quanto rode”?
– 18/04/2017

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