Vincenzo Digilio



POESIA: Lascerò questo giardino,
non curerò più i suoi segreti nei boccioli di rosa
né mi affaccenderò più fra il profumo dei tulipani
o metterò a riparo le nostre primule dal gelo dei silenzi.
Nessuna lacrima disseterà più i novelli germogli,
e chinandomi fra le margherite non porrò domande.
Le delicate orchidee sfioriranno senza il calore dei nostri abbracci,
come le camelie e le delie non si culleranno più ai nostri sospiri.

Lascerò che il tempo rubi ai gigli la loro purezza,
l’amaro rimpianto appassisca i lillà,
il calore d’altri sguardi e altre mani secchino i nostri garofani.
l’odore della paura sostituisca l’intenso profumo del gelsomino.
Nessuno guarderà più il nostro giardino orlato dei raggi della luna,
cercando speranza o dicendo: <<allora esiste davvero!>>.
Nelle sere miti, non più lucciole come candele accese di giorni fanciulli,
rischiareranno l’aria dell’eccitazione di un incontro.
L’edera delle abitudini si radicherà attorno alle dolci siepi in fiore.

Lascerò, senza più te, che le erbacce coprano l’arcobaleno
dell’atono colore di una vita o un giorno
non più trascorso nel nostro giardino dell’amore.
– 18/04/2017

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