Giovanni La Mantia



POESIA: Le quattro stagioni

PRIMAVERA
Scopri l’erba nuova,
Di rugiada,
Brillare.
Tenera gemma
In cima al ramo
Appare.
Solerte,
Il merlo
Intreccia il nido.
Fresca
T’inebria
L’aria gentile.
Onde d’amore
E vita
Emana.
Dolce tepore
Il sole
Irradia.
Scalda sospiri,
Cuori,
Desiri.
Tenue oggi
Avverti
Il dolore.
Rifiorisce
La fede
Per domani.

ESTATE
Steli lucenti
Di covoni,
Come ruote
Giganti,
Nell’aria calda,
Muove
Il Trattore.
Lodole a stormi
Frugano
Fra le reste.
Rivoli radi
Scorrono
Dai pozzi
Del borro,
Dove nuota
La lasca e
E il suo corteo.
Il Martin
Pescatore
Scruta, attento,
Dal’alto
D’una briglia.
A riva,
La biscia mostra
Un pesce in bocca,
Che invano si dibatte.
S’ode, lontano,
Il verso del cuculo.

AUTUNNO
Foglie,
Sanguigne,
Gialle,
Rugginose,
Coprono erbe,
Bacche, insetti
Scampati
Al vorace cinghiale,
Al gentile capriolo.
L’umido
Le compatta
E le distende.
Spogli, protesi
I rami,
Come morti.
Sul faggio
Nudo,
Smarrita, vola
La gazza.
Sotto, polita,
Sgombra,
La tana del tasso.
Accanto, sordo,
Un ronzio d’alveare.
Silenzio intorno.

INVERNO
Giorni scuriti,
Corti,
Alberi spogli.
Il rivo
Gonfio di forti
Piogge.
Una talpa
Rastrella
Fra le zolle.
Il cane
La rincorre.
E piove.
Gocciole chiare,
Leggere, poi
Candide.
Quindi la neve,
Rapida,
Tutto intorno
Ammanta.
Rumore e vie
Spariscono
D’incanto.
Rallenta ovunque
La vita.
Sotto il manto
Resiste
La formica.
– 19/04/2017

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