Vincenzo Digilio

POESIA: Lascerò questo giardino,
non curerò più i suoi segreti nei boccioli di rosa
né mi affaccenderò più fra il profumo dei tulipani
o metterò a riparo le nostre primule dal gelo dei silenzi.
Nessuna lacrima disseterà più i novelli germogli,
e chinandomi fra le margherite non porrò domande.
Le delicate orchidee sfioriranno senza il calore dei nostri abbracci,
come le camelie e le delie non si culleranno più ai nostri sospiri.

Lascerò che il tempo rubi ai gigli la loro purezza,
l’amaro rimpianto appassisca i lillà,
il calore d’altri sguardi e altre mani secchino i nostri garofani.
l’odore della paura sostituisca l’intenso profumo del gelsomino.
Nessuno guarderà più il nostro giardino orlato dei raggi della luna,
cercando speranza o dicendo: <<allora esiste davvero!>>.
Nelle sere miti, non più lucciole come candele accese di giorni fanciulli,
rischiareranno l’aria dell’eccitazione di un incontro.
L’edera delle abitudini si radicherà attorno alle dolci siepi in fiore.

Lascerò, senza più te, che le erbacce coprano l’arcobaleno
dell’atono colore di una vita o un giorno
non più trascorso nel nostro giardino dell’amore.
– 18/04/2017

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Chiara Carlino

POESIA: Risveglio

La tazza sbiadita
della mia infanzia
aspetta
il primo bacio del
mattino
Mia nonna risorge
nella fiamma che
scalda
l’eterno bricco
di latta arancione
la veste da camera nera
cosparsa di girasoli
la mano smussata
dall’acqua e dagli anni
il cigolio
lento
delle ante chiuse
aperte
come il fulgore improvviso
del ricordo

La tazza sbeccata
della mia infanzia
riceve
il primo bacio del
mattino
Mia nonna svanisce
con la fiamma
come l’impronta del respiro su
uno specchio
Troppo presto scolora
il fulgore del
ricordo
su quest’isola di mattonelle
ambrate che è
la sua cucina

Non resta che
qualche goccia di
latte già freddo
e sulle labbra l’inesprimibile
sete
delle nostre estati
perdute
– 18/04/2017

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Gabriel Medina

POESIA: ERRANDO

Vedo il Nulla abbagliare il mio sguardo,
esso mi avvolge con braccia fragili.

Come un padre premuroso guida i miei passi,
come una madre gioisce ad ogni mio respiro,
ma resta lì, fermo,
in attesa di divenire Qualcosa.

Allora io troverò vita
in tutta questa noia,
in bocca un sapore nuovo fiorirà,
sentirò il caldo gelo dell’inverno
e la quiete delle feste,
il profumo dell’amore
e il tocco dell’odio,
mai più niente via mi porterà…

…da te,
da te che nel caos di quei giorni sei scomparsa,
non hai lasciato nemmeno una traccia,
nemmeno un’impronta.

E’ un labirinto senza uscite,
speranze che sono macigni su di me,
ma ora rivoglio la mia finta pace
e nel mio eterno Nulla ritorno errando. – 18/04/2017

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Marianna Meoli

POESIA: Sabbia

Gialla scivola inerme
Può essere un arma
O un gioco da spiaggia

Ti ha protetto da tutta la vita
È stata una compagna
E la tua unica amica

Il tempo è cambiato
Qualcosa è mutato

Lei è sempre lì
Più piccola ora
Non è come allora

Tu sei riuscito ad essere quello
Che avevi promesso a te stesso
– 18/04/2017

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Alessandro Politaki

POESIA: UN ALTRO WHISKY

Qualcosa mi distrae,
un pompino, una birra,
del whisky.
La stanza è stretta,
si può uscire dalla porta
solo se fai a gomitate.
Ancora qualche soldo speso male.
La muffa del soffitto,
il barman è un ladro,
e l’ira funesta
ospita nuovi assassini.
L’autista guida
senza controllo,
si schianterà tra qualche attimo
mentre la moglie
grida al telefono.
Andare a troie
è reato,
ma non poi così grave
quanto fumarsi
uno spinello.
Non hai lavoro,
ma in qualche modo
spendi i soldi per andare a troie
e per drogarti.
Non ha senso chiedersi
che senso ha la vita.
È meglio non pensarci,
rischi di diventare pessimista.
Dovrebbero ibernarci
forse verranno momenti migliori.
La vita non ha prezzo
ma tutto il resto si.
La vita va vissuta al meglio.
Anche se non trovi il tempo
per una passeggiata.
Anche quando
non hai soldi
ma li spendi per le troie.
Fare poca conversazione
darà vita ai tuoi fantasmi.
Ma in questo mondo
ci sono più morti che vivi,
alcuni sono già morti
prima di nascere,
altri moriranno dopo qualche anno
e altri non moriranno mai.
Se Jack è uscito dal gruppo
un motivo lo avrà avuto,
ma se tu sei fuori di testa
è inutile trovare un motivo,
fai prima a rovistare
tra i rifiuti,
è chiederti perché
la gente ci butta di tutto
dentro la spazzatura.
Non sappiamo che farcene delle cose,
della gente, degli amici, degli amanti.
Cerchiamo di occupare il tempo,
sembra che da un momento all’altro debba accadere qualcosa,
ma poi non accade un cazzo,
tutto è stabile e di pietra,
altro che rottura di coglioni.
Vorresti che la vita fosse un film,
che il bicchiere fosse sempre pieno,
vorresti che l’inverno durasse un attimo
e che in primavera piovessero dal cielo anche i fiori.
Ma c’è più merda per le strade
che dentro i cessi.
La cosa che conta di più oggi
è fare buon viso e cattivo gioco,
ma c’è chi si sente stanco
ed ordina un altro whisky.

– 18/04/2017

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Luana Giunta

POESIA: Ricordo,
Insignificante ma così presente,
Sorriso,
Mai più visto qualcosa delle stessa bellezza,
Sguardo,
Così intenso da perdersi dentro.
Tu,
Così lontano ma così vicino
– 18/04/2017

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Antonio Rispoli

POESIA: Tramonto Partenopeo

In una luminosa e calda giornata,
mi trovai a passeggiare sulle partenopee sponde,
dove la fine sabbia s’incrociava con le onde.

Mi sedetti, sui minuti frammenti dorati
dove milioni di persone, negli anni erano passati.
Guardai l’orizzonte, a me tanto lontano
mentre sulla fronte sudata passai una mano.
Il sole, coi suoi lunghi raggi rossi e lucenti,
stanco per la lunga giornata passata a giocare,
pian piano si andava a riposare;
mentre il cielo e il mare, illuminati dalla forte luce proiettata,
presero mille colori, come la tavolozza di un vecchio pittore.
Come se l’Universo, diventato un essere senziente,
in quell’occasione si fosse divertito a dipingere uno splendido quadro,
per alleviare lo stanco sguardo di noi poveri mortali.

Intanto, poco distante da me,
dove la sirena morì,
il grande castello si ergeva possente sulle sacre sponde;
mentre dall’alto, la grande montagna, col cuore caldo,
ci scrutava e vegliava come un amorevole madre.

A quel punto, pensai:
Noi piccoli esseri fortunati.
Noi che cresciuti in così tanta bellezza,
non possiamo fare più a meno di essa.
Noi che nascemmo artisti, grazie alla sua beltà,
che da tempo immemore ci allieta.
Noi figli di questa terra accogliente e giuliva,
che troppo spesso è bistrattata.

E alla fine di questa giornata,
torno a casa col cuore sereno,
mentre ringrazio la bella Partenope
che tra le sue braccia mi ha cullato
e adesso mi sento rinato.

Rispoli Antonio – 18/04/2017

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Luigi Sprecapane

POESIA: “Il fiore del mio amore”

Tu, piccola rosa d’inverno,
Sbocciata in un giorno incantato,
Emani profumi di Primavera,
Inebrianti, fragranti, soavi,
I tuoi petali vellutati, teneri,
Son baci trasportati dal vento,
Rubati a sospiri di amanti felici.
Tu, piccolo fiore,
Delicato, dai soffici colori,
Ma forte e rigoglioso,
Mai piegato dai venti della vita,
Resisti alle bufere,
Sei un fiore bellissimo,
Da curare con amore,
Da ammirare con passione.
Tu, fiore della vita,
Mi abbracci con le tue foglie,
Mi profumi l’anima,
Mi incanti coi tuoi colori,
Tremando ti tengo fra le mani,
Sognando aspiro il tuo profumo,
Bruciando bacio i tuoi petali,
Follemente amerò il tuo fiore.

Luigi Sprecapane – 18/04/2017

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Gabriele Pece

POESIA: Sconforto

In primavera
in un prato fiorito
anonimo figlio del mondo
giacevi li
nell’auto di papà

Eri raccolto
in posizione fetale
quasi ad invocare
il grembo
di tua madre

La “pera” ancora in vena
tra rivoli di sangue grumito
nel braccio scopriva
Il macabro rito
“la droga”

Nelle labbra
esangui
un ghigno atroce
scolpiva l’ultimo
sussulto di vita

Nel volto deturpato
l’adolescenza svanita
parlava di te:
dei tuoi anni verdi
dei tuoi silenzi
del dramma del mondo
per il trionfo
dell’indifferenza umana

– 18/04/2017

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