Alfonso Indelicato

POESIA: UN BEL GESTO

Ne avessi avuto un qualche tornaconto
– questione di soldo
o farti bello con questo e con quello –
ma infine eri beato,
ben sistemato la’ nel cielo azzurro
con lo Spirito e il Padre incastonato
nel corteggio degli angeli cantanti
a goderti il firmamento dall’altura:
che t’importava dell’ultima creatura?
Che ti veniva in tasca? Eri già a posto.
Bel gesto e’ stato il tuo.
Non quelle cose
che dici: “e’ contro il mio interesse”
e invece poi ci lucri di nascosto.
Frustate a strappa pelle
e spine infisse nella fronte
e chiodi arrugginiti nelle ossa,
tutto quel sangue che cola dal Legno
e bagna la tua Madre dolorosa.
E prima quell’angoscia
che ti prende nell’orto degli ulivi,
pensando la tua prova troppo dura.
Perché tu eri un uomo non per finta,
e come un uomo avesti paura.
Potevi voglio dire
mirare lo spettacolo
di nostra umanità come a teatro,
comodo e riposato.
Non t’ e’ sembrato giusto,
e ci hai voluto mettere le mani.
E mi sa che tutto il resto
– dico di quelle storiche vicende
di che son pieni i libri,
le imprese le grandezze e gli eroismi –
non vale Il tuo bel gesto.
Perché non s’era ancora mai sentito
di un Dio che scende dal suo trono
e si fa inchiodare a un legno
per amore dell’uomo.
– 20/04/2017

Please follow and like us:

Federica Ventola

POESIA: “Una folle notte d’Estate”

Ho costruito muri di silenzio
e superbe prigioni
e perduto le persone
che tanto care mi furono un tempo
E da me ho condotto Rancore,
per cementare il vuoto.
E mi fingevo roccia,
ma sanguinante adesso
la misera anima mia
implora aiuto.
Cuor mio,
perché lagrimar or’io ti sento?
Fragile come cristallo
mi rende ora il tempo
e li vedo cedere,
o dannatissimi muri!

Perduto ho il senso
di qualsiasi orgoglio
e ceder mi sento,
Adesso al rimorso.
Indietro non posso,
non voglio tornare!
Ma guardami mondo..
Che m’hai fatto diventare.
E fu allora
che accadde,
mirando di notte
le stelle del cielo,
di scorgerne una
piccina piccina.
Celarsi voleva
tra polvere e fumo.
E allora m’è parso
di vedere il riflesso
del remoto desio
da tempo perduto.
Nel mentre la mente
pareva dormire
e il cuore fremente
inziai ad udire:
“La polvere e il fumo
t’han fatto più bella!”
Mi disse sapiente,
e ancora assopita
concordava la mente.
“Errare, mi disse,
è cosa assai umana
non cosa rara.
Affilando l’ingegno
e mutando l’errore
in sublime corrazza,
cambierai questo mondo
che t’avea reso pazza!”.
– 20/04/2017

Please follow and like us:

adalberto buzzin

POESIA: …………… un treno passa veloce in un piccolo paese dove il sole brucia le ultime foglie …, un bar aperto vende ghiaccioli …, un bambino con la sua bicicletta cerca una strada per scappare lontano e vivere l’emozione della scoperta, un carretto trainato da due cavalli porta ferri vecchi al deposito ….. fotografia anni ’60 … in quel piccolo paese che ormai è diventato grande …., peccato per quel bar che la storia ha portato via ..
– 20/04/2017

Please follow and like us:

emanuele malandrino

POESIA: Ti prego piccola stella,
Fa che sorrida leggera
Come fosse ancora bambina.
Fa che risplenda al buio
Senza bisogno della luce
Nella speranza di farle capire
Che nella paura
Potrà contare su se stessa.
Fa che lei sia felice,
Non sempre
Ma spesso.
Fa che possa volgere
Lo sguardo al sole
Senza provare dolore,
Il pensiero al deserto
Senza provare desolazione,
La bussola al mare
Senza aver paura di affogare.
Fa che pianga nella necessitÃ
E che rida nella soluzione.
Fa che ricordi
Quei ricordi che adesso vuol fuggire.
E fa che assapori l’acqua ed il pane
Come fossero i cibi aulenti del re
Persino quando in tavola
Altro non ci sarà.
Piccola stella ti prego,
Aiutami a trovare le parole da dire,
Capire i silenzi e
Come lei,
Riuscire ad annusare le nuvole in cielo. – 20/04/2017

Please follow and like us:

Antonio Campagna

POESIA: Per i luoghi
Che brutto filare
Dovere ossessione
Ma è grande trovare
Bellezza di cuore
Nel luogo più brutto dove non conta il cuore.
Vedere la luce, andar contro se
Ma certo affidandosi a chi sopra di me.
Che bella poesia l’immaginazione
Fotografa il luogo con giusto clamore
Con tanto chiarore.
Non vince il reale
Il sogno ci avvale
Di buona morale.
– 20/04/2017

Please follow and like us:

Mirko Santarossa

POESIA: Amore

Mi sollevasti oltre il cielo di bistro,

fra gli astri a embrione della Via Lattea,

e dopo breve oscurità eternata,

ritorno deposto da seme d’acqua

in un ignoto giardino sinistro.

In una dimensione dilatata,

cresco nell’ombra di chi non sta qua,

ed aspetto sulla nutrice brattea

di schiudere questo profondo esilio:

posarmi lieve, a te, per un puerperio,

con le ali iridescenti da immenso Papilio,

esaudito del suo ovvio desiderio.

[…]
– 20/04/2017

Please follow and like us:

Francesco Scarlata

POESIA: IL SENSO DELLA VITA
Nasco dal nulla,
vivo e cresco nel nulla,
la natura mi nutre,
l’amore umano mi conforta,
gioie e dolori mi appartengono.
Dove sono?
Perché ci sono?
A cosa servo?
Non vedo la metà,
non sento la voce,
non parlo più.
La luce si è spenta e il buio è giunto e pian piano
il sipario si è chiuso
sul teatro della mia vita.
Cosa resta di me?
Il ricordo di me stesso?
Cosa rimane a me?
La speranza di incontrare
qualcosa o qualcuno,
in cui ho sempre cercato
di credere, Dio.
– 20/04/2017

Please follow and like us:

Filippo Petrini

POESIA: Quella Creatura celeste

Brilla, brilla,
ma ancor più mi rallegra
quella stella, ormai lontana;
che con i raggi suoi,
illumina quel desìo di rimembranza.

E brilla, ancora di più;
brilla, luccica, arde e risplende
quell’argenteo corpo celeste.

Ma in questo reo tempo,
si allontana quel pensier vago
che in questo momento;
io penso…

E quella Creatura, all’improvviso svanì,
nel cielo colmo di nubi si sciolsero i pensieri miei,
ed io incolume, ripartiì;
come una Ginestra che anche alla lava resiste,
e dentro me…
desiì, pensieri e sogni, ritornate ! – 20/04/2017

Please follow and like us:

Valentina Cesaretti Salvi

POESIA: La signora cenere,
con la sua pelle
sulla quale si intravedono
i solchi dove scorre il tempo
come ditate su un vetro sporco
e con quelle sue mani
con le unghie accartocciate
e i palmi ruvidi
attrezzi immuni a ustioni
e dolci piattaforme
sulle quali atterrano guance,
e quella sua vestaglia da casa
seconda pelle
colma di logori ricordi
ma comunque elegante nel modo in cui
solo lei la sa indossare,

ride,
stringendo tra i denti una sigaretta
pensando a quelle donne
che cambiano pelle
per nascondere
quello che lei mostra fiera
come se ogni ruga fosse un gioiello.

Si girò
e su una vecchia poltrona
vide un vecchio uomo
e provo lo stesso sollievo di un soldato che vede un suo alleato
e posando l’arma alza la mano;

quindi la signora
spenta la sigaretta
andò verso di lui
masticando quel l’inizio di giornata:
sapeva di nicotina. – 20/04/2017

Please follow and like us: