SALERNO ROCCO



POESIA: L’emblema casto del passato
In memoria di Dario Bellezza

Ora rinasci fresco, altero
Poeta
senza il rumore assordante delle voci
il clamore delle parole vuote
ora rinasci
al verde perenne dei cipressi
Silenzio
dolore sofferto lontano dagli evi
dalla mala parata della civiltà,
immagine mangiata dal Tempo
beffardo,insolente
rinasci giullare,volto sorridente
smorfia vivente del dolore
di Madama Morte
nell’urlo sotterraneo e incomposto
del mio cuore
che ha rifiutato la tua immagine
agonizzante
la lenta,lunga processione
di sguardi infingardi
per farti
zolla fumante,viola
su questo terreno solo
-soli come noi
nel verde dei cipressi
a rinverdire i vecchi sentimenti
gli assolati mari della Calabria
in una Roma frastornata
dalla tua bianca svanita azzurrità-
lontano dalla civiltà, farti nascere alba
assolata bara sulla mia anima
sul mio pianto raggelato, inconfessato
in mezzo al turbinio dei contemporanei
che solo t’hanno lasciato
avvolto nell’inviolato bianco dell’Ospedale.

Io solo,assolato sguardo in un’alba
disfatta da tanto pianto
conficcato nell’erba che ancora si dimena
invoco la tua Ombra
a risuscitare il candore del tuo sguardo
vivo nel respiro demente delle pietre
di questa Capitale

L’emblema casto del passato
In memoria di Dario Bellezza

Ora rinasci fresco, altero
Poeta
senza il rumore assordante delle voci
il clamore delle parole vuote
ora rinasci
al verde perenne dei cipressi
Silenzio
dolore sofferto lontano dagli evi
dalla mala parata della civiltà,
immagine mangiata dal Tempo
beffardo,insolente
rinasci giullare,volto sorridente
smorfia vivente del dolore
di Madama Morte
nell’urlo sotterraneo e incomposto
del mio cuore
che ha rifiutato la tua immagine
agonizzante
la lenta,lunga processione
di sguardi infingardi
per farti
zolla fumante,viola
su questo terreno solo
-soli come noi
nel verde dei cipressi
a rinverdire i vecchi sentimenti
gli assolati mari della Calabria
in una Roma frastornata
dalla tua bianca svanita azzurrità-
lontano dalla civiltà, farti nascere alba
assolata bara sulla mia anima
sul mio pianto raggelato, inconfessato
in mezzo al turbinio dei contemporanei
che solo t’hanno lasciato
avvolto nell’ inviolato bianco dell’Ospedale.

Io solo,assolato sguardo in un’alba
disfatta da tanto pianto
conficcato nell’erba che ancora si dimena
invoco la tua Ombra
a risuscitare il candore del tuo sguardo
vivo nel respiro demente delle pietre
di questa Capitale
che cercando va la sua vedovanza
l’emblema casto del Passato.
Rocco Salerno

| sorgente: https://www.google.it/ – 19/12/2017

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