Sica Maria



POESIA: Macerie

Ho immaginato di risollevarmi nella polvere,
sopra le macerie,
con lo sguardo rivolto verso un cielo luminoso e potente.
Ho visto nuvole nere passare.
Ho respirato un’aria tagliente.
Adesso sono sola,
e non sono più niente.
Qualcosa mi spinge a rialzarmi,
mentre invece, vorrei sprofondare.
Non so,
sembra essere quasi un dovere.
Sono stanca,
confusa,
non riesco a capire.
D’improvviso mi appare una donna,
si volta un istante,
è giovane, è bella.
D’improvviso, la vedo fuggire.
Non so che fare.
Mi sento impazzire.
Piango,
dispero.
È impossibile potersi rialzare.
Allora respiro,
chiudo gli occhi,
forse già dormo,
e incomincio a sognare.
Un piccolo bimbo è disteso,
abbandonato,
senza vita, in riva al mare.
Le onde,
ieri impazzite,
ora, gentili, lo continuano ad accarezzare.
Lo vedo sorridere,
meno male!
Lo vedo rialzarsi,
e camminare.
Lo vedo!
Lo vedo!
Oh Dio! È mio figlio!
Io non riesco a capire.
Sono stanca, confusa.
Mi sento impazzire.
Andiamo, amore mio,
vengo con te.
Ora puoi cominciare a giocare.
Siamo solo macerie di un mondo che muore.
Non facciamo rumore!
– 19/12/2017

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