Bilotti Domenico



POESIA: VIA VENEZIAN NUMERO UNO

La malattia lavora, aculei arroventati,/ le rughe sulla pelle, i pensieri mai finiti, appena iniziati./ Il suo sguardo soppesa quanta miseria darà/ alla famiglia venuta al seguito da un’altra città./ E la notte non passa mai, sepolti vivi al quarto piano,/ o parli coi fantasmi o il dolore non dà niente di umano/ a un sonno stanco, e stancante insieme./ Curato con parole dolci e bende che ora si fanno catene strette e preme/ la prigione del tuo tempo sul tuo cuore rassegnato./ Tanto ti sei industriato, così forte hai lottato,/ e ora il meglio è già finito e si chiudono le luci,/ il futuro è quel che sfili. Il presente è ciò che cuci./ Aspetti con ansia il ritorno a casa e tanti crederanno/ di saperti guarito, e col minimo danno./ Il sipario scoppierà:/ la morte non si nasconde facilmente come la verità./ Forse un mesto sorriso, il più è fatto, il gioco è finito./ Dove sia stato Dio forse non hai nemmeno cercato e ora il suo invito/ ti porta via ancora, ti pesa e soppesa il soffrire./ Tu lì solo a pensare com’è il destino quando il giorno alla notte non riesce più a seguire. – 08/01/2018

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