Quell’Oller Alessandro



POESIA: Chi ha amato…

“Tra le ombre del buio, dove una luce di candela muore
Risplendendo gli occhi di un dolce angelo,
O quelli di un demone senza cuore
Senza vangelo le parole fredde come il gelo;
Un bambino, forse un uomo, probabilmente un vecchio
Assapora un attimo fuori dal dominio del tempo, un sogno,
Un incubo o forse l’acqua del pozzo raccolta dal secchio
Che crea visioni, libere da qualsivoglia umano bisogno,

La persona scrive ciò che vede su un foglio
Perché la sua forma umana si è frantumata
Come una maestosa onda su di uno scoglio,
Parole che parlano di una donna amata
Di nemici odiati o di terre lontane;
Versi per una dama mai incontrata
Mostri stanati, dalle loro tane
Una Nemesi che mai verrà superata,

Ora si sente il caldo del loro rancore
Ma se quei mostri siamo noi
Vuol dire che siamo privi di amore?
Perché non si tratta di voi
Quando si vive non esiste “io” e “tu”
Esiste un’umanità anche se non lo si voglia
Dio disse Luce e la Luce fu;
Anche se l’uomo è ormai oltre quella soglia,
Non ha ancora spento quella luce
Perché c’è qualcosa di più grande,
E anche se la tenebra lo seduce
Non ha risposte alle sue domande;
E la sua luce artificiale lo acceca
Privo di emozioni e sentimenti
L’uomo è solo una bestia cieca
E perde il susseguire degli eventi,

Convinto di avere il mondo nella propria mano,
Solo un vuoto senso di estraniamento dalla storia
Niente passato, niente futuro, niente di umano,
Eliminazione di qualsiasi precedente memoria
Soffocamento di ogni pensiero
Annientamento e annichilimento
Iniezione a tutti di quel siero:
Chiamato ignoranza, nessun tormento,

L’unica guida fu l’egoismo
Ed ora che siamo davanti al niente finale
Vediamo il nostro sadismo,
E nei nostri occhi rispecchiamo il male;
Ed è appunto quello, solo che lo abbiamo sempre chiamato bene
La ricchezza, il successo, la nostra condanna all#039;inferno e le sue pene,

Mi chiamo uomo e sono come tutti quanti sono,
Sospeso tra il nulla e il forse, dell’esistenza
Pregando per il secondo, implorando perdono
Per ciò che ho fatto e tormenta la mia coscienza,
Ma bisogna anteporre la propria avidit�
Ed inchinarsi davanti al dolore,
Per imparare che cos#039;è la libert�
E rammentare almeno un colore,

Prima di affogare nel buio di un mondo spento
Bisogna imparare a vivere e ricordare
Apprezzare ogni nostro singolo momento
E prima di morire imparare ad amare,
Cosicché anche senza avere una sicurezza
Sapremo di non aver buttato via la nostra vita
Anche senza avere una minima certezza
Sapremo comunque di averla avuta vinta,
La morte non vincerà, chi ha amato si sopravvivrà.”

| sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 23/01/2018

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