Vecchio Ruggeri Angelo



POESIA: LA CUCINA DELL’INFANZIA
Ogni sera bruciava l’ultimo tronco contorto
lasciandoa riscaldare
un cumulo di cenere
e nello scoppiettare delle ultime scintille
il lungo silenzio
della nuova cucina rinnovata,
con mio pade e mia madre
che silenziosamente trascorrevano il loro tempo inutile
abbracciati nel mondo di Morfeo con le palpebre socchiuse.
Come era diversa piena di voci e grida
che a fatica lasciava spazi agli ascolti,
la vecchia cucina
nera dal tempo trascorso e di fumo intartarata.
Sul cotto del pavimento depositavamo gli abiti sporchi
camminando a piedi nudi e il cane per compagno
in quell’angolo di cottura
dove la gallina entrando di soppiatto
si alimentava beccando la nostra polenta,
con un volo incerto
schiamazzando usciva
dai vetri rotti della finestra
rientrando nell’aia a liberare lo spavento.
Non vi era vergogna e non si nascondeva la miseria
perchè eravamo in tanti
a farci compagnia.
| sorgente: https://www.facebook.com/ – 30/01/2018

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