Saullo Valeria

POESIA: Sentire la tua essenza
Nonostante la reale assenza
È l’unica cosa che mi dà la forza
per sperare di poterti un giorno riabbracciare.
Il dolore a volte
spezza ancora il fiato
e tu manchi
come non avrei mai pensato. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 08/01/2018

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mazzucchelli ivan

POESIA: I silenzi dell’alba
silenti scendon lenti
dalle colline
tra valli e boschi
van per le antiche vie
S’ infrangon come onde fra
diamantini raggi
di un sole pigro
cullato da due nubi stanche
Il ciel ancor bianco latte
attende che qualcun venga, di celeste, a dipinger la volta
Lenta la natura si desta.

– 08/01/2018

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bigotto severino

POESIA: Sarà

Sarà un orizzonte senza limite:
cielo e mare unica essenza.
Sorgerai da quell’orizzonte senza stelle
a guidarmi nell’oblio del nulla | sorgente: http://m.facebook.com/ – 08/01/2018

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Colella Raffaella

POESIA: Egoista amor…

Egoista è l’amor che si appoggia e non sorregge.
Ohhh…amor mio…tu mi schiacci come un torchio la sua uva.
E tu?!?
Tu mai che alleggerissi le mie sofferenze,mai che ti indebolissi per rafforzarmi.
Ohhh…angelo mio,son giunta allo stremo,è ora che mi libri in volo.(Raffaella Colella) | sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 08/01/2018

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Veglia Veglia

POESIA: Questo eterno mio farti mia

quest’allagata irrisolta

tensione all’incastro

forse la risposta non è

agli occhi tuoi, socchiusi lì

a pensarsi vivi nella pace

disastrata che segue il boato

ed il crollo.

Eppure pregavi il tepore

mio, mentre l’anima sbiadivi

lasciando integro il peccato

lasciandolo originale

perché la macchia indisturbata divorasse

la rifrazione e il suo sfumarsi.

Ed era la guerra di gelo e fiamma

ed era l’eterna impalpabilità della carne

a squarciare morbida l’asfissia

del coagulo di notte che così

nostro cedeva al primo amarti.

Docile in ascolto sempre

la fuliggine tua ho smembrato

in macerie di brezza

mentre ogni fiore tossiva

inesausto il godimento

di morire reciso.

Struccata dorme ora

nuda quest’assenza

cullata dai miei lividi

che sarai e sei. | sorgente: https://form.jotformeu.com/pagine/bando-poesia – 08/01/2018

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Marco Panico

POESIA: Numerazione dannata o dannazione numerata?

Dall’arma alla curia,
dallo stato al sindacato,
dal pubblico al privato;
tutti sono schiavi dei numeri,
(alla ricerca spasmodica degli utili, ma estirpando prontamente gli esuberi);
Ma la stessa natura lo è.
Il mondo ahimè è stato racchiuso in un otto;
infinito se capovolto.

Cosa significa?
Come può essere vista?
nel modo in cui si osserva una tragedia,
al suo ultimo atto,
o come un’amara dannazione eterna,
o come un infinita possibilità di riscatto.

li Grosseto,
08/01/2018

questa è quella completa | sorgente: https://form.jotformeu.com/pagine/bando-poesia – 08/01/2018

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Bilotti Domenico

POESIA: VIA VENEZIAN NUMERO UNO

La malattia lavora, aculei arroventati,/ le rughe sulla pelle, i pensieri mai finiti, appena iniziati./ Il suo sguardo soppesa quanta miseria darà/ alla famiglia venuta al seguito da un’altra città./ E la notte non passa mai, sepolti vivi al quarto piano,/ o parli coi fantasmi o il dolore non dà niente di umano/ a un sonno stanco, e stancante insieme./ Curato con parole dolci e bende che ora si fanno catene strette e preme/ la prigione del tuo tempo sul tuo cuore rassegnato./ Tanto ti sei industriato, così forte hai lottato,/ e ora il meglio è già finito e si chiudono le luci,/ il futuro è quel che sfili. Il presente è ciò che cuci./ Aspetti con ansia il ritorno a casa e tanti crederanno/ di saperti guarito, e col minimo danno./ Il sipario scoppierà:/ la morte non si nasconde facilmente come la verità./ Forse un mesto sorriso, il più è fatto, il gioco è finito./ Dove sia stato Dio forse non hai nemmeno cercato e ora il suo invito/ ti porta via ancora, ti pesa e soppesa il soffrire./ Tu lì solo a pensare com’è il destino quando il giorno alla notte non riesce più a seguire. – 08/01/2018

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stanovic petar

POESIA: Un antico strumento di ferro battuto
Indosabile.
I due fili grossi partono da ciascuna spalla
e uno dall’ombelico
per poi incontrarsi sul petto
in un cerchio.
Serviva da mirino ai soldati.
Per cercarsi l’anima. – 08/01/2018

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Molinini Nicolò

POESIA: Perché lo hai scosso se non potevi raccoglierne i frutti?
Cadon le foglie, il ramo ormai spoglio si sta per spezzare.
Hai portato l’autunno fingendoti primavera.
Cadon le foglie, il ramo è spezzato.
Non si può più curare.
È stato dolce il tuo tocco ma anche fatale.
Cadon le foglie, il ramo secco si fa calpestare.
Ho deciso ho smesso di credere a Babbo Natale.
Nicolò Molinini – 08/01/2018

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Curcio Antonietta

POESIA: Qualche volta mi giro a cercarti…quando il vento mi accarezza il viso …poichè di vento era fatto il nostro vivere.
E allora l’Amore cos’è …se non è vento….. Vento e cuore….. in questa mia vita …troppo cuore per un corpo solo…e troppo vento per non amarti ancora. | sorgente: http://m.facebook.com/ – 08/01/2018

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