POESIA: Il grido
Un lancinante grido si frantumò nella notte di settembre, e congelò il tempo.
Tutto, intorno, intriso della sua angoscia, raccontava il suo terrore.
Affollavano, nella mente, scene di incubi e di paure profonde, e poi dilagavano nell’aria circostante.
E la luna scomparve a poco a poco, retraendo lentamente il suo bagliore, ad ampliare l’ansia dell’ignoto.
Un’angoscia profonda e avviluppante, al punto di rendere difficile respirare, al punto di impedire di gridare.
Un’angoscia reale, come morire lontano da ogni sguardo, come cadere da una finestra e non sentire alcun pianto, solo un tonfo sordo ed un’eco crudele.
Minacciava, il mondo, e terrificanti, con un fiume senza movimento, con un vento senza direzione, con alberi senza ombre e con campane senza suono.
L’animo schiacciato e violentato, come un corpo stretto nella morsa di un serpente.
Si udì un grido nella notte, e poi un lamento ed un fratuono, ed un gran dolore, di quei dolori così grandi che non si riescono a contenere, ma dilagano, e distruggono speranze, gioie e desideri, frammentano vite.
E dopo il grido, un gran silenzio. | sorgente: http://www.poetipoesia.com/concorso-poeti-e-poesia/ – 10/02/2018
Castellini Karen Karen
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