Valentino Vincenzo



POESIA: LETTERA AGLI AMICI POSTERI

Cari posteri,

vi chiedo scusa se appartengo a quest’epoca insulsa,
che non ha sogni da perseguire e valori da tramandare.

Sempre immerso nella caciara cittadina, non mi sento abbandonato in nessuna dolina
ma viaggio sull’autobus ogni mattina, pigiato tra la gente come una sardina.

Non mi illumino d’immenso dall’alto di nessuna cima
ma divido col prossimo un seminterrato di via Prenestina.

Di sera, mi aggiro affannato tra gli scaffali del supermercato
e mi interrogo dubbioso sugli acquisti di giornata.

Non ho le mie quattr’ossa da tirare su,
ma 10 chili di troppo da buttare giù.

Non un Serchio mi ha plasmato e neanche la Marana mi ha rinfrescato,
poiché già da bambino quel corso d’acqua si era già seccato.

Mi resta il fiume Tevere con la sua acqua marrone
che vedo solo di sfuggita dall’alto del muraglione.

Del passato non ho nostalgie in mente e non ho tempo di pensare a niente.
Vivo in un eterno presente e svolgo come un sonnambulo le mansioni del momento.

Spero vagamente nel futuro, ma soltanto perché lo ignoro
e non avendolo vissuto, per ora, mi illudo che sarà men duro.
| sorgente: https://www.google.it/ – 13/02/2018

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