Perelli Mattia



POESIA:L’Orchestra

Poso uno sguardo stanco,
come una piuma cadendo
su qualche foglio bianco
come se stessero chiedendo

pietà… Perché non concederla?
D’altronde aver pietà resta una dote eterea.
Ed ecco, sento quei salti sopra i tasti bianchi,
quel ticchettio di toni acuti, ridondanti.

Ora dei passi un po’ più dolci
seguono la madre,
sono sei ciocche d’oro.
Pizzicate.

Qui cala il buio, giù le tende per una poesia
senza parole eppure piena di malinconia,
odo le sillabe scandire il ritmo cupo.
Io mi spavento e in un tumulto ecco, appare un lupo.

Quell’ululato sembra un flauto.
Richiudo gli occhi,
resto zitto.
Che strazio.

Sembra calmarsi.
Sarà scappato,
perché d’un tratto c’è dell’altro e sembra più potente

Sembra una corsa,
una marcia di guerra .
Io non lo vedo ma quel suono voglio ricordarlo.

Dei cavalli, ecco il mistero.
Ecco il nitrito, questi suoni rendon più sereno
il lungo viaggio dell#039;omino che chiamo Pensiero.

Mi parte un brivido lungo la schiena,
Spalanco gli occhi e vedo gente che non credo veda
codesta orchestra di animali che a suon di versi spiega
cos’è la vita e cosa basta affinché si veda
ciò che si vuole stando fermi, su di una sedia.

Non ho paura,
anzi mi piace.
E tutto ad un tratto questa giungla non è più vorace. – 22/05/2018

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