Fiorato Maria

POESIA: Porte

Ancora con forza disegna il sole
le sue geometrie pomeridiane
sulle strade deserte, sulle case assonnate, sulle cose distratte
e sul percorso,
del mio giorno assorto.
E la luce è buona.
Ancora mi rimane il tempo di bussare a qualche porta.
Inizierò da quella del restauratore di emozioni e di sogni
e poi dell’accordatore dei sentimenti e delle sensibilità più accese.
Continuerò con il domatore delle paure
dello spazzacamino dei pensieri neri
del cacciatore di tempeste per ammirare gli arcobaleni
del DonChisciotte delle cause vinte.
Busserò alla porta della palestra della grazia, della bellezza, della gentilezza, della gratitudine.
Mi farò aprire l’officina del rispetto, della dignità, dell’accoglienza.
Chiederò ospitalità al notaio dei ricordi più belli, dei legami più intensi, delle amicizie indissolubili.
Ed anche al fabbro degli affetti indistruttibili,
della gioia,
della fiducia,
del gusto per la vita.
Mi aprirà i battenti anche il chimico delle seduzioni,
l’alchimista delle sensazioni e delle impressioni,
il tipografo delle meraviglie,
il poeta delle suggestioni,
l’acrobata delle più disparate situazioni.
E prima del tramonto,
busserò all’scio del seminatore di stelle
perchè anche la mia notte
nulla possa invidiare al giorno!
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Cavicchioli Mirella

POESIA: Madre

Più non mi riconosci,
madre senza ricordi.
Nelle stanze vuote
ti aggiri senza speranza.
La tua veste é lisa,
e tu resti attonita
senza più senno
cerchi la tua amata terra.
Sei un perduto manichino
dove tacciono svaniti
i tuoi lontani pensieri.
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D’Antuono Paola

POESIA:

VIta

La vita come neve,
vergine, candida,
bagliori di luce al primo sole,
poi grigia e profanata da passi pesanti,
frettolosi, incuranti,
impronte, segni che pian piano si sciolgono,
un lontano ricordo,
ferite rimarginate,
terra bruna e fertile, acqua
cristallina, verde germoglio
ed è ancora vita.
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Floris Cristiano

POESIA: E mi ritrovo qui seduto nel letto
col cuore imprigionato nel petto
Che vorrebbe evadere da questo suo tormento
per raggiungerti e sprigionare il sentimento.
Ho perso il conto dei giorni che sei andata via
Ho perso anche il senso di tutta la vita mia.
E vorrei tradurre la mia malinconia
nelle rime di questa poesia.
Mi mancano la tua allegria
e tutta la magia
di cui sapeva la mia vita
dal primo attimo in cui ti ho conosciuta.
Mi manca la voglia di tornare e ritrovarti
dopo un intera vita trascorsa a aspettarti.
Mi manca la seta sul tuo viso e sui tuoi capelli, ed io come un satellite ti giravo intorno
e quel profumo che ti avvolgeva e mi inebriava di notte e di giorno.
Mi manca il tuo sapore
ed il gusto dei tuoi baci
Mi manca sentire il tuo cuore
mentre ti stringevo nei miei abbracci…
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santagostini patrizia

POESIA: Se mi cerchi
Se mi cerchi,guarda in prima linea, accanto agli oppressi.
Mi troverai nello sguardo umido di un vitello che va al macello,
negli occhi sgranati del toro straziato nell#039;arena,
nel pianto dei mutilati,
nei singhiozzi soffocati
di piccoli schiavi maltrattati,
nelle piaghe dei vecchi ammalati
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Guerriero Serena

POESIA: Ed è sfida
tra le strade di periferia.
Un muretto al parchetto
ed il buio e l’impaccio.
Ma tu a destra o a sinistra?
Non so, è la prima volta!
Ed il buio del lampione,
sale l’ansia e l’imbarazzo,
quando al dunque si è arrivati.
Ed è bacio. | sorgente: https://www.google.it/ – 11/02/2018

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Romeo Enrico Mario

POESIA: A FEDERICO

Piccolo fiore appena sbocciato,
dalla natura crudele condannato
a tenere lo stelo sempre piegato,
a guardarti mi sento senza fiato!

Invano in piedi cerco di tenerti,
ma i tuoi arti non reggono, perchè inerti
e neanche seduto tu puoi stare,
il tuo dorso ondeggiando come il mare;

e allor, disteso, ti giri e ti rigiri
e il guardo lontano, in alto, miri
ed in tale estatica visione
rimani a lungo in contemplazione.

Creature bellissime vedrai
e celestiali motivi ascolterai
che mi auguro un dì tu mi potrai
rivelar, se miracolo otterrai.

Enrico Mario Romeo
– 11/02/2018

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croce walter

POESIA: DESERTI
ci dava le coordinate
il soffio del vento in sahara
vortici di sabbia confusi
rotolavamo verso il destino
che ignoto ci prese per mano
a noi ignari di vita
la gola bruciava al tramonto
perfetto granello infuocato
sposato con l’alba e la vita
che avremmo incontrato a Sedona
ingordi di un altro deserto
deserto dell’Arizona
ora ricchi di chilometri stanchi
cambiamo il destino
l’ignoto ormai rotto dal passo
leggero come il vento di allora.

21/03/2016
| sorgente: http://www.poetipoesia.com/ – 11/02/2018

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Parisi Vincenza Cinzia

POESIA: Il grido

Ho freddo mentre il sole tiepido mi accarezza la pelle e i miei vestiti scuri si confondono con l’asfalto.
Ogni parte di me è atrofizzata, non riesco a parlare, a respirare, forse sono morta… morta… morta… come il corpo inerme che stringo fra le braccia.
Chi ha detto che la morte è dolce?
Essa è violenta, agguerrita, portatrice di terrore.
Non è forse a causa sua che tremo?
La immagino fronteggiarmi con ardore, come il più feroce dei combattenti, pronta alla battaglia, armata di frecce e scudo, e io da comune mortale guardarla dal basso consapevole della sua vittoria.
Nulla posso ormai, se non languire nel mio dolore, mentre odo il suono delle sirene farsi più vicino e la paura vissuta fino a ora trasformarsi in terrore autentico.
Mio figlio è morto e presto me lo strapperanno via.
Tutto il mio essere lo grida, ma le parole restano mute dentro di me .
Della sua bici è rimasto solo del metallo accartocciato, il corpo è freddo, graffiato dal catrame, le sue labbra violacee, i vestiti strappati.
E io?
Mi sento mancare la terra da sotto i piedi mentre gli uomini del 118 cercano di allontanarmi, le lacrime mi inondano il viso, il cuore è rotto e l’unica cosa cui riesco a pensare è che non sono pronta, che non è il momento, che è troppo presto.
Grido.

Questa poesia fa parte di una raccolta dedicata alle vittime dell’asfalto. | sorgente: android-app://com.google.android.googlequicksearchbox – 11/02/2018

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