Salvatore Scarantino

POESIA: CI PENSERA’ IL TEMPO!

E’ una melodia assordante,
la senti dilagare dentro il tuo corpo
come il veleno di un serpente che ti lascia capire che tra un po’ sei già morto.
Questo è l’amore;
Un qualcosa che distrugge e a sua volta costruisce.
Un qualcosa che stordisce la tua mente e non la rende più cosciente.
Mi è successo proprio adesso, guardandoti negli occhi; Quegli occhi da cerbiatta che hanno imposto ai miei di essere posseduti dal tuo sguardo.
E rimango fermo, agonizzato, aspettando la cessazione di una vita per possederne un’altra nuova, immaginando ogni suo singolo momento insieme a te.
Ma ecco arrivare dalla porta della mente l’angoscia più profonda che ogni uomo nasconde; Riuscire a mutare quei sogni in realtà utilizzando tutte le risorse accumulate durante il viaggio della propria esistenza.
E si comincia a scrutare dentro quegli occhi che hanno dato origine a questo disastro chimico per capire quali paure, quali gioie e quali desideri si nascondono nelle viscere del tuo cuore, per provare a liberarle da una prigionia durata ormai troppo tempo.
Ma questo è solo un riflesso utopico e condizionato di ognuno di noi che facciamo già fatica a scorgere a distanza le nostre stesse paure, le nostre stesse gioie, i nostri stessi desideri.
Per cui,
per trovarci in sintonia l’un l’altro, limitiamoci ad amarci;
Il tempo e la vita stessa penseranno a tutto il resto. – 18/01/2017

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Mario Concetto Vinci

POESIA:
Dopo 40 anni
posso finalmente parlare
posso diluirmi
nei colori dell’arcobaleno
posso sentire il vento
preannunciarne il sibilo
vagare nel deserto
e non rimanerne scottato
nonostante l’arsura della sabbia
inebriarmi dei profumi
tuffarmi nella luce
assaporare la primavera
contemplare il giardino ancestrale
e recuperare le rose
carpite dai forestieri
sono libero di sognare
lavarmi nella rugiada
e riposare
nell’idillio della leggenda !
– 18/01/2017

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Alessandra Pili

POESIA: Nasce dall’oblio dell’anima,
cresce in ansioso malessere,
diventa l’esigenza impelente
di alienazione estatica.
Arte dannata
Dalla sublimazione ancestrale.
Si conferma semplicemente in Poesia. – 18/01/2017

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Alice Cepelli

POESIA:
E con ardore imprimevi il tuo cuore asciutto su un ventre bianco.
Lasciavi cicatrici indelebili,
come rughe su di un viso.
Una mano che bramava con impazienza un tuo gesto,
ed infine;
Un cuore ardente che sgorgava in un torrente nero
e serpentino,
lungo un paesaggio pacatamente innevato.
Leggero come un flebile sospiro, denso come l’ira di un fiume in piena.
Seguivi,
ogni movenza del mio tocco come un burattino,
provavi ciò che io provavo .
Lasciavi sogni su di un muro candido,
Scoprivi innovazioni sul fogli increspati.
Sgretolavi cuori sul palmo di una mano.
Di un uomo imprimevi l’emozione.
Di una donna sigillavi il suo ricordo.
E tastando le emozionanti righe ti riponevo accanto a un cuore non più silenziosamente bianco.

Titolo:
Lettera d’amore ad una penna
– 18/01/2017

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Eva di Palma

POESIA: Epidemia di occhi chiusi

Sei ciò che c’è oltre
il punto della frase, il calcolo
che non torna alla fine
dell’equazione, indelebile
refuso delle labbra
pulito-sporco-acqua-sapone-fango, categorie
dell’intelletto abitudinario
ormai inservibili.
Il racconto domestico si fa dramma, vortice
fagocitante vissuto al ritmo
accelerato dall’assenza
di respiro, in quest’epidemia di occhi chiusi.
Sopravvivi al tuo ricordo disegnando
metafore per dire ciò che non si può
più dire, terreno di gioco per equilibristi
distratti attratti dagli anfratti
di labbra autistiche su corpi
antisismici frutto di membra
asimmetriche destinatarie di suoni
fluidi scaldati dalla pancia e sospinti
da speroni parsimoniosi, poi persi
lungo il tragitto in salita.
Ma è l’unica speranza che hai.
È l’unica esperienza che hai:
il gradino più basso del riconoscimento
sociale. Un tempo sgusciavano via,
scivolavano, le parole, troppo inconsistenti
per essere strette tra le dita. Oggi marciscono
anneriscono
imputridiscono tra impotenti colpi di reni.
Non si tratta
più di tutelarsi, di non prendere nulla
in tragico – tranne l’amore –, assistendo
impietriti al nascondersi di suoni
negletti tra piedi distratti. Si è entrati
a pieno titolo nell’epoca del cane-bambino
dove il boia e il vinto non sono più
distinguibili dalla parte migliore
dell’occhio. Forse è soltanto l’inizio
di una scomparsa totale.
– 18/01/2017

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Giulia Varcasia

POESIA: RITORNO A CASA (Ho guardato)

Ho guardato
le stesse vene screziate
delle mura pitturate
di case vecchie, dimenticate.

Ho guardato
le stesse voci delle campane raggelare
nella nebbia, e a soprassalti lacerare
i sogni, e scorci di ricordi tra gli scocchi distillare.

Ho guardato
gli stessi prati autunnali, gialli e croccanti,
là dove le foglie animate dal vento si credono danzanti
mentre, senza saperlo, erano morte già quando, trepidanti,
dai rami spiccavano un volo di gravità, mulinanti.

Ho guardato
le stesse mani, forse un po’ più macchiate, raccolte
sui cuori e sulle pance, a profilare le volte
di giorni trascorsi e insabbiati, nelle clessidre capovolte
e nelle pupille baluginare barlumi di ninnenanne stonate e trecce sciolte.

E anche se tutto questo l’ho guardato sempre con gli stessi occhi
dita invisibili drappeggiano ogni annoiato dettaglio con nostalgici tocchi
rivestendolo di una nuova bellezza, una poesia struggente
che crepitano piano, in un fuoco che muore svogliatamente
Ho guardato tutto, tutto quello detestavo in un odio fatto di amore
E ho capito dopo una vita, che nulla sarà mai tanto bello, e vorrei stare a guardarlo per ore. – 18/01/2017

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Mario Concetto Vinci

POESIA:
Dopo 40 anni
posso finalmente parlare
posso diluirmi
nei colori dell’arcobaleno
posso sentire il vento
preannunciarne il sibilo
vagare nel deserto
e non rimanerne scottato
nonostante l’arsura della sabbia
inebriarmi dei profumi
tuffarmi nella luce
assaporare la primavera
contemplare il giardino ancestrale
e recuperare le rose
carpite dai forestieri
sono libero di sognare
lavarmi nella rugiada
e riposare
nell’idillio della leggenda !
– 18/01/2017

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Pier Luigi Nanni

POESIA: NESSUN E’ SOLO
Ricorda ramingo viandante,
fin quando incontrerai
verdeggianti vigneti nelle pianure,
vigneto a picco sul mare,
vigneti abbarbicati su asperità rocciose
e vigneti nelle dolci e rigogliose colline,
non sarai mai solo,
ma tuttuno con l’immensità. – 18/01/2017

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Marco Colabucci

POESIA: Senza tempo
io mi guardo dentro
e scopro
che sono ancora in superficie.
Anni passati
a cercare di capire
ma niente è come sembra
il segreto è sentire. – 18/01/2017

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